Appuntamento al Gavagnin, ore 18.30. C’è la Virtus in pedana, prova il salto in alto. il momento è solenne. La squadra di Fresco vola. Ha vinto a San Benedetto, ha lanciato messaggi molto chiari. “Ci siamo anche noi, fate attenzione”. Fresco sorride, tira un po’ il freno a mano. “Obiettivo salvezza, non cambio idea. Mi basterebbe soffrire meno del previsto, salvarci senza dover lottare fino all’ultimo”.
C’è da credergli? Un’altra risposta potrebbe arrivare già oggi, dopo l’esame Ravenna. Squadra tosta, allenata da Foschi, tecnico navigato (fu anche al Chievo come vice Di Carlo). il Ravenna è a quota 13, meno 3 rispetto alla Virtus, ma è molto più esperto, ha una storia e un percorso diversi.
Proprio per questo, superare anche questo test equivarrebbe a un esame di maturità. Fresco lo sa, ma cerca di smorzare i toni, come sempre. “E’ solo una partita, non dobbiamo crearci illusioni, perdere la nostra dimensione”. Già, la dimensione-Virtus, la stessa che l’ha portata ad essere oggi “mina vagante” del campionato. L’avversario che nessuno vorrebbe mai affrontare. Perchè la Virtus gioca “leggera”, spensierata, allegra.
“Ma ha pure grande qualità” osservano gli addetti ai lavori. Certo, c’è molta qualità. . E personalità. E senso di appartenenza, come sempre. E l’esperienza che serve. I Sammarco, i Santacroce, i Danti, i Lupoli, mica li hanno tutti… E poi, in panchina c’è lui, Gigi Fresco. Lui ce l’ha davvero solo la Virtus…