Si chiama “Lebanese Loop” ed è solo una delle molteplici tecniche messe a punto dai malviventi per frodare gli utenti che effettuano operazioni agli sportelli ATM.
Con questa tipologia di truffa viene apposto, sull’apparecchio di prelievo automatico, un dispositivo che ha la funzione di trattenere all’interno le carte bancomat che gli utenti inseriscono per effettuare le operazioni. Dopo che la tessera rimane bloccata, interviene il truffatore che – fingendo di prestare soccorso alla vittima – riesce a carpirne i dati sensibili. Infine, dopo che l’utente si allontana senza essere riuscito a recuperare la propria carta, il truffatore rimuove il congegno apposto sullo sportello e recupera il bancomat rimasto all’interno.
Uno di questi congegni utilizzati per le frodi è stato rinvenuto ieri dagli agenti delle Volanti della Questura di Verona, intervenuti in via Centro, a seguito della segnalazione pervenuta alla Centrale Operativa, per la presenza di un dispositivo anomalo su uno sportello bancomat.
Giunti sul posto, i poliziotti hanno riscontrato la presenza di una apparecchiatura in plastica di colore nero collocata saldamente accanto alla tastiera dello sportello automatico. Il congegno, che ad un primo esame appariva un elemento facente parte integrante dell’ATM, era stato apposto dai malviventi con del nastro adesivo e presentava nella parte posteriore un circuito con microchip, una scheda di memoria micro SD e dei led lampeggianti che ne indicavano il funzionamento.
Sul posto erano presenti due ragazzi a cui era appena rimasta bloccata la tessera all’interno dello sportello e un signore anziano che ha riferito ai poliziotti di essere caduto nella stessa trappola il giorno prima.
L’uomo, infatti, si era recato sabato mattina allo sportello per verificare il proprio estratto conto, ma non era riuscito a recuperare la propria carta, rimasta bloccata all’interno dell’ATM. A quel punto, si era avvicinata alla vittima una donna che, fingendo di aiutarlo, gli aveva fornito un numero di telefono idoneo – a suo dire – ad effettuare il blocco della carta.
Dopo aver contattato il numero indicato, una complice aveva chiesto all’uomo alcuni dati sensibili per poi rassicurarlo circa l’avvenuto blocco della carta. Soltanto dopo alcune ore, l’uomo si era avveduto che erano stati effettuati fraudolentemente con il suo bancomat due cospicui pagamenti in alcuni negozi del centro, oltre al prelievo di 2.500 euro in contanti.
Dieci consigli utili
Mentre proseguono le indagini per risalire ai responsabili delle frodi, la Polizia di Stato invita tutti a segnalare alle Forze dell’Ordine episodi sospetti e a mantenere alta l’attenzione, osservando i seguenti consigli quando ci si reca ad uno sportello automatico:
-Verificate l’apparecchiatura alla ricerca di eventuali anomalie e modifiche;
-Controllate la fessura d’ingresso della carta bancomat;
-Controllate la tastiera;
-Prestate attenzione ad inusuali dispositivi;
-In caso di dubbio: non introdurre la tessera e non inserire il Pin;
-Digitate il codice Pin nascondendo con il palmo dell’altra mano l’operazione e accertatevi che nessuno vi stia osservando;
-Non accettate aiuto da estranei;
-Se il distributore non restituisce la carta;
-Bloccate immediatamente la carta quando vi accorgete di non esserne più in possesso;
-Non gettate la ricevuta