Il grande rimbalzo post pandemia è finito. La ripresa economica che era un effetto-molla conseguente alla grande compressione per la paralisi da pandemia sembra aver esaurito la sua spinta e ora si l’economia deve trovare un suo assestamento vero, reale. E quindi dopo una serie di dati positivi, comincia a vedersi qualche frenata per esempio nel primo trimestre del 2023 e sono “ancor meno brillanti” le prospettive per il secondo trimestre. E’ questa l’analisi che emerge dai dati rilevati da Confindustria Verona in merito al primo trimestre 2023 dell’economia veronese, che ha iniziato l’anno, si legge nella relazione di piazza Cittadella, “con luci e ombre”. Perché nel primo trimestre dell’anno, infatti, la produzione industriale scivola in territorio negativo e segna -0.93%. Secondo l’indagine di Confindustria Verona svolta in aprile, dopo il rallentamento subito nel 4° trimestre dello scorso anno, infatti, nei primi tre mesi del 2023 è incerta la tendenza della produzione veronese. Anche se 7 aziende su 10 indicano una situazione di crescita o stazionarietà, l’indicatore della produzione industriale per il primo trimestre entra in campo negativo registrando complessivamente -0,93%. E le previsioni per il secondo trimestre si tengono in scia con -1,3%. Le vendite, pur mantenendosi positive, perdono slancio; crescono dell’1,5% quelle verso il mercato italiano (+3,1% nella precedente rilevazione), l’export verso l’Ue registra un aumento dell’1,6% che è pari alla metà di quello registrato nel quarto trimestre 2022. E le vendite extra Ue sono deboli: si fermano al +0,6% contro il +2,9% della rilevazione precedente. Migliora però la capacità produttiva, cresce il numero di aziende per le quali è normale o soddisfacente (80% contro il 73% di fine 2022) ed è positiva l’occupazione che accelera con un +1,26%. Stazionari gli ordini (+0,1%) che erano in crescita a fine 2022 (+2,2% nel quarto trimestre) mentre si riaccendono i prezzi delle materie prime (incremento del +15,5% mentre era +9,9% a fine 2022) e dei prodotti finiti la cui corsa accelera (+11,$% contro il +6,7% di fine 2022). Moderata la fiducia delle imprese (da 1 a 10, la media dei punteggi espressi dagli intervistati è di 5,6). Fatturato in aumento per il 77% delle imprese di servizi, che vedono migliorare la performance rispetto alla precedente rilevazione (67%).
Boscaini: “Vedo pericolosi nuvoloni”. Il presidente: “La Germania è in recessione, i prezzi non scendono, i tassi sono alti”
Le prospettive per il secondo trimestre non sono brillanti: la produzione (-1,3%) resterebbe sugli stessi livelli di inizio anno, però gli imprenditori si attendono un calo di ordin sia italiani (-092%) che esteri (-0,73%) e una situazione stazionaria per l’occupazione. Tuttavia nonostante il clima di incertezza aumenta all’85% (contro il 76% della scorsa rilevazione) il numero di imprenditori che prevede nei prossimi 12 mesi di aumentare gli investimenti o mantenerli stazionari rispetto al 2022. Solo il 4% degli intervistati li prevede in diminuzione. Per Raffaele Boscaini, presidente di Confindustria Verona, “I numeri parlano chiaro, l’attività sta frenando, quello che fino ad oggi mi arrivava come indicazione da molti colleghi trova un riscontro chiaro nei numeri. I settori sono coinvolti in modo diverso e con notevoli differenze ma le imprese che producono packaging, che è un settore preciclico, non ci danno buone notizie. Un altro segnale negativo”, commenta Boscaini, “ lo riscontriamo dall’aumento delle richieste e dell’utilizzo della cassa integrazione in netta controtendenza rispetto al 2022. All’orizzonte vedo inoltre tre nuvoloni: la Germania, nostro mercato cruciale è in recessione; l’inflazione sta frenando, ma il picco dello scorso anno trascina con sé la necessità impellente di un riassestamento sui prezzi che ancora non si vede; la fiammata sui prezzi alza i tassi di interesse che pesano sulle imprese, sui consumatori e sulle finanze pubbliche”. Gli imprenditori, tuttavia “non mollano, e nonostante questa frenata aumenta il numero dei colleghi (l’88%) che prevede nei prossimi 12 mesi di aumentare gli investimenti. Insomma, è evidente che sia terminata l’onda lunga della ripresa post pandemia e si cerca adesso un nuovo assetto per le nostre aziende. Non facile e non rapido”. “Per questo mi aspetto”, conclude il presidente di Confindustria, “che il nostro Governo sappia farsi carico delle prossime partite europee all’orizzonte come il Patto di stabilità, di cui a fine 2023 si ricomincerà a parlare (mi auguro che il nostro paese possa presentarsi a questo appuntamento con autorevolezza) e l’accelerazione della politica europea verso la transizione ambientale che rischia di creare allarme e una corsa scomposta e poco efficace”.