Novanta minuti tra speranza e paura. L’Hellas si gioca la salvezza contro il Milan A San Siro i gialloblù non hanno mai vinto. L’orecchio all’Olimpico per lo Spezia

MAURIZIO SETTI HELLAS VERONA

Ancora 90 minuti. Nei quali, fatalmente, si intrecciano tanti sentimenti. Soprattutto la speranza e la paura. Nonostante le tante occasioni sprecate, le tante opportunità gettate al vento, il Verona ha ancora la possibilità di raggiungere la salvezza. Per farlo bisognerà uscire con un risultato positivo da San Siro contro un Milan già qualificato per la Champions ma pur sempre una delle formazioni più blasonate del nostro calcio. Serve l’impresa e a sottolinearlo è la storia. In quello stadio, infatti, il Verona non è mai riuscito a vincere e dovrà farlo se vorrà guadagnare la salvezza diretta proprio all’ultima giornata di un campionato ricco finora solo di tanta sofferenza. Certo l’Hellas gioca su due fronti, perché i gialloblù non sono padroni del proprio destino che, necessariamente, passa anche dal risultato che lo Spezia farà all’Olimpico contro la Roma. Ma è chiaro che mai come in questa occasione bisogna affidarsi a se stessi, provare a scrivere una pagina storica nella ultracentenaria vita del Verona. E allora oltre alla speranza ecco aleggiare in questa vigilia anche la paura. Di retrocedere, senz’altro. Ma non solo. Tanto per essere chiari il Verona è retrocesso più volte e anche in situazioni peggiori. Basti ricordare la sciagurata stagione 2001-02 quella con in panchina Malesani. Nella rosa di quel Verona oltre ad un talento cristallino come Mutu figuravano tre futuri campioni del mondo come Oddo, Gilardino e Camoranesi. 25 punti in 17 partite, si sogna l’Europa poi il 5 maggio, data incubo anche per i tifosi interisti, a Piacenza il Verona affonda e finisce in B. Il presidente Pastorello allora disse che quel Verona aveva perso qualcosa come oltre il 60% del proprio valore. Dovesse retrocedere ora il Verona potrà contare su un paracadute di 25 milioni. Ma la domanda è: potranno servire a Setti per allestire una squadra tutta improntata alla risalita? Perché, nel frattempo, il momento imprenditoriale, del patron del Verona non sembra dei più felici. La Antress Industry, società di moda di proprietà attraverso la Moulin Rouge di Setti, non si trova in buone acque. Qualche giorno fa, infatti, Emilia Salvatore giudice delegato del tribunale di Modena ha nominato Maurizio Bisi commissario dell’azienda ammessa al concordato preventivo. Antress, che opera con il marchio Manila Grace, è entrata in crisi per la pandemia che ha comportato nel biennio 2020-21 una contrazione delle vendite di 9,7 milioni di euro. La situazione patrimoniale allo scorso marzo ha evidenziato perdite non ripianate per 11,8 milioni che hanno portato il patrimonio netto in negativo per 7,7 milioni. A fronte di ricavi per 28 milioni ci sono debiti per oltre 37 milioni. L’azienda a fine 2020 ha emesso un prestito obbligazionario di 5 milioni sottoscritto dal Fondo Patrimonio Pmi gestito da Invitalia e tra il 2019 e lo scorso anno Setti ha immesso risorse per 9,1 milioni. Inoltre per facilitare il concordato Setti s’è dimesso dal consiglio d’amministrazione di cui era presidente e amministratore delegato ed è stato nominato quale amministratore unico il commercialista Andrea Billi. Una fotografia che preoccupa non solo Setti imprenditore nel campo della moda ma che potrebbe portare conseguenze a Setti imprenditore calcistico. Ecco perché la gara con il Milan, gli ultimi 90′ di campionato, hanno un valore fondamentale per il Verona. La serie A è una boccata d’ossigeno indispensabile per Setti. Retrocedere aprirebbe uno scenario quanto mai incerto.

Mauro Baroncini