Ci siamo, o quasi. Adesso è questione di ore.Di attesa. Un po’ come le squadre di calcio (immagine cara a Tommasi) che hanno finito gli allenamenti e adesso attendono solodi scendere in campo.
La partita è domenica, il confronto si gioca in una sola giornata, in cui due passeranno al ballottaggio (difficile pensare a una vittoria al primo turno, visto l’equilibrio…) e il terzo diverrà, comunque, l’ago della bilancia.
Ci siamo, dunque. Una sfida appassionante, come forse mai negli ultimi anni, con tre “campioni” che partono, più o meno,sulla stessa linea. Tutti e tre hanno coalizioni forti, obiettivi importanti, convinzione nei propri mezzi e un’idea della città accattivante. Ecco, questo conta e per questo noi facciamo il tifo. Al di là degli schieramenti, delle promesse, dei contendenti, qui è in ballo il destino di Verona.
Già l’abbiamo detto, lo ripetiamo qui. Comunque vada, deve iniziare per Verona un altro capitolo, questo l’hanno detto tutti. Da Sboarina a Tosi, passando per Tommasi.
Il concetto di “riportare Verona al centro del ring” l’abbiamo sentito e risentito più volte. Questo deve accadere e questo dev’essere, da lunedì (o da lunedì 27) l’obiettivo numero 1 del nuovo (o vecchio…) sindaco.
Perchè, inutile nascondersi dietro alle parole, quello che è certo, quella che aspetta con un’ansia diversa, è una città più “povera”, rispetto al passato. Una città che, nel panorama regionale e nazionale, ha perso peso specifico, non solo per colpa della pandemia, che pure può avere inciso, più che in altre realtà.
Se pensiamo alla Verona di ieri(o dell’altro ieri) pensiamo a una città che possedeva il potere economico a livello regionale. Che aveva in mano asset fondamentali, ne deteneva le leve del potere. Dettava il ritmo, delineava i tempi.
Gli esempi? L’Aeroporto Catullo, la Fiera, Cattolica, le Banche. I soliti, direte. Certo, i soliti di cui si parla da anni e che quasi ogni giorno hanno fatto capolino, tra una dichiarazione d’intenti e la visita di un politico romano. LI abbiamo persi, svenduti, “prestati”. C’è stato un tempo in cui le leve del potere erano qui, in questa città, oggi non è più così. E non è tempo, oggi, di istruire processi, è tempo di lavorare per ritrovare quello che abbiamo perso.
“Verona deve tornare a splendere”. Bene, su questo, Sboarina, Tommasi e Tosi sono perfettamente d’accordo e ognuno, ovviamente, ha percorsi diversi per arrivare alla stessa meta.
Bene, questo a noi interessa, come interessa ai veronesi. Adesso è finito il tempo delle “baruffe”, degli attacchi, a volte strumentali, a volte no. Adesso si vota. Adesso si gioca. Adesso è il momento di dimostrare che l’obiettivo più importante è Verona. Non le proprie posizioni, ma l’interesse della città. Non le poltrone, ma il nostro futuro. Quello di Verona. La sua storia. La sua grande bellezza. La sua cultura. Il suo presente. Il suo futuro. Per questo, e solo per questo, noi “votiamo”. Il resto, non ci interessa per niente. Altro non c’è da dire ai candidati. Anzi, sì. Come si dice,la notte prima degli esami, “in bocca al lupo”. R.Tom.