.E’ ancora notte fonda negli alberghi di Verona e provincia. “Restano chiuse il 70% circa delle strutture – spiega il presidente dell’Associazione Albergatori di Confcommercio Verona Giulio Cavara – e per la categoria non ci sono segnali di ripresa, anzi: continuano ad arrivare cancellazioni causate, in primis, dallo stop agli eventi areniani per i quali erano state effettuate le prenotazioni, sia opere liriche che concerti. In questi giorni molti mass media cercano di lanciare segnali positivi ma la situazione resta drammatica: non ci sono le condizioni per riaprire, il mercato è ingessato, si confida sui tedeschi che però sono a loro volta reduci da un periodo di grande difficoltà”.
Insomma, incalza Cavara, la crisi è profondissima: “Registriamo qualche prenotazione sporadica che però non basta. Gli albergatori che hanno aperto occupano mediamente 4-5 camere a notte; sono state per lo più aperture emotive, non frutto di valutazioni economiche”.
La provincia si salva un po’ con i clienti commerciali, aggiunge il presidente degli Albergatori di Confcommercio Verona, che evidenza anche un problema prezzi: “Tra le strutture operative è scattata una sorta di cannibalizzazione con offerte, anche in pieno Centro a Verona, che nemmeno nei periodi peggiori di bassa stagione si erano mai viste. Ed è un dato molto preoccupante. Perché il problema non è il prezzo, ma la mancanza di turisti e quindi di domanda”.
In questo senso, anche per gli albergatori sarebbe fondamentale la riapertura del Catullo che potrebbe riportare in città turisti stranieri altrimenti bloccati e molto restii a tornare a Verona.