“C’è un secondo vaccino, oltre a quello per sconfiggere il virus, necessario per uscire da questa situzione e debellare le ‘malattie croniche’, non solo causate dalla pandemia, del nostro Paese che bloccano il sistema imprenditoriale e il rilancio del made in Italy: le riforme, per le quali il Recovery plan è uno straordinario ed irripetibile propellente”. Ad affermarlo Roberto Boschetto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto che aggiunge: “Nel frattempo però bisogna anche gestire l’emergenza e per farlo servono provvedimenti straordinari: ci preoccupano le scadenze fiscali e quelle dei crediti. La moratoria che scade il 30 aprile va rinnovata per evitare che le imprese, alla riapertura, si ritrovino strangolate da adempimenti fiscali e mutui”.
Secondo le ultime previsioni della Commissione europea, l’Italia nel 2022 sarà il paese del vecchio continente con i segni più profondi della crisi scatenata dalla pandemia: con un livello del Pil inferiore del 2,4% rispetto a quello del 2019.
“Sono venti i ritardi da colmare nel nostro Paese che abbiamo individuato – aggiunge Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Imprese Verona e Vicepresidente della Confederazione regionale –. Fisco, burocrazia e giustizia sono solo la punta dell’iceberg: la svolta digitale, le opere pubbliche, i tempi di svolgimento degli appalti, l’emergenza occupazionale per giovani e donne sono obiettivi imprescindibili se si vorrà avviare una vera ripresa dopo la pandemia. In ben tredici indicatori su venti esaminati nel confronto internazionale, l’Italia è agli ultimi tre posti tra i 27 paesi dell’Unione europea. Per questo insistiamo che il Recovery plan deve tener conto delle esigenze delle piccole e medie imprese italiane che restano la spina dorsale del nostro sistema produttivo”.