Veronetta si protegge riducendo il traffico di attraversamento, non aprendo la ZTL. Ne sono con vinti i dem della prima circoscrizione Andrea Trombini, Renzo Bellotti, Franco Cacciatori. “Come consiglieri del Partito democratico in Prima Circoscrizione – dicono – leggiamo con una certa perplessità le proposte formulate dai rappresentanti della Lista Tosi in seguito agli episodi di ingorgo determinatisi la settimana scorsa in Veronetta a causa dei cantieri stradali. Non condividiamo – proseguono – le soluzioni, sia pure temporanee (ma sappiamo quanto spesso le soluzioni temporanee diventino poi definitive), da essi proposte, cioè riaprire di fatto integralmente la Ztl ed eliminare le corsie preferenziali per gli autobus. Riteniamo infatti che esse ci riporterebbero indietro nel faticoso percorso di introduzione di una mobilità sostenibile e che siano comunque prive di un carattere risolutivo rispetto al vero problema che attanaglia Veronetta”. Secondo il gruppo Pd quanto è avvenuto nei giorni scorsi dimostra invece che Verona deve assolutamente spostare da un lato i flussi di mobilità dal mezzo privato a quello pubblico (e quindi rinforzare anziché eliminare le corsie preferenziali), in modo da ridurre il numero complessivo dei mezzi circolanti, e dotarsi dall’altro di un’infrastruttura viabilistica che consenta di separare i flussi di traffico interni a Veronetta da quelli di semplice attraversamento, consentendo a questi ultimi di raggiungere per altra via la zona est della città e di essere pertanto meno esposti agli effetti dei ricorrenti allagamenti che si producono a ridosso delle Torricelle in corrispondenza dei sempre più frequenti importanti eventi piovosi. “La soluzione – concludono – non è spostare il traffico di attraversamento da Veronetta alla città antica, riaprendo la Ztl, o favorire il passaggio delle auto a scapito di quello degli autobus, ma diminuire il numero di auto che si spostano in giro per la città”.
e far sì che chi deve solo andare da una parte all’altra non ci entri proprio, dentro le mura.