Le foto pubblicate in internet facevano pensare alla classica osteria della tradizione, ma una volta arrivati in via Regina d’Ungheria 5, in una delle
ultime traverse di Via Mazzini verso Piazza Erbe, si percepisce subito che lì, “Al Pompiere” c’è qualcosa di diverso dal solito.
Ad accoglierci, tra una splendida vetrina di formaggi italiani e l’affettatrice, c’è tutta la passione per questo mestiere dell’attuale proprietario, Marco Dandrea. Lui che ha imparato i primi rudimenti da Giorgio Gioco ai “12 Apostoli”, “costretto” in questi giorni ad affettare i salumi per gli antipasti: “Il nostro salumiere professionista è in malattia e io devo tappare il buco, ma d’altronde il ruolo del titolare è anche questo”.
Marco, quando nasce questo locale?
E’ un locale storico, aperto nel secondo dopo guerra, per opera di un vigile del fuoco in pensione, da cui appunto deriva anche il nome. Noi l’abbiamo rilevato nel 2000, ristrutturandolo e ispirandoci allo stile dell’hotel Sacher di Salisburgo, con la boiserie alta e le foto in bianco e nero alla pareti.
Pensa, in questo stile c’è una trattoria “Al Pompiere” anche in Giappone, a Osaka.
Sempre gestita da voi?
No, abbiamo fatto da consulenti per un’azienda giapponese che voleva esportare l’arredamento e la cucina italiana. I loro chef sono venuti da noi a imparare, portando in Giappone un pezzo di Verona, come il risotto con il vero Amarone.
Le foto appese, invece, di chi sono?
E’ una raccolta di ritratti dei fratelli Bassotto, storici fotografi veronesi, e riguardano artisti, architetti, attrici, pittori, sportivi scaligeri più o meno noti. Poi ci sono anche foto di clienti diventati nel tempo amici, come Oliver Bierhoff, che ai tempi del Chievo veniva sempre qui a pranzo a mangiarsi spaghetti al pomodoro.
Passando al menù, quali sono i vostri piatti forti?
Diamo grande importanza agli antipasti, costituiti da salumi italiani di qualità, con diversi tipi di prosciutto crudo, formaggi e la nostra giardiniera ad accompagnare il tutto. Poi non togliamo mai la pasta e fagioli, il risotto all’Amarone e gli spaghetti con le acciughe. Per i secondi, più di tutti vanno il fegato di vitello alla veneziana e la guancia di manzo brasata all’Amarone.
Per non parlare del vostro tiramisù…
Sì, anche quello è tanto richiesto. Un cliente texano da appassionato di questo dolce, un giorno ci ha
portato una targa che ha la forma proprio del Texas, assegnandoci il premio “Best tiramisu”. Anche questi sono “piccoli grandi” apprezzamenti, alla passione che ci mettiamo.
LA RICETTA
Come è fatta la pasta e fagioli?
Con crema di fagioli di Lamon, fatta con sedano carote e cipolla, fagioli, poca salsa di pomodoro, acqua, poi tutto frullato. Con il “brusin” classico alla fine, di olio, pepe, rosmarino e aglio. Poi fagioli imbogonadi, cotti a parte, e come pasta i maltagliati di uova di gallina grigia, tipica veronese.
La preparazione invece?
Mettiamo in pentola la crema, i fagioli e una volta cotti i maltagliati li aggiungo al tutto con un pò di brodo vegetale, rimettendo il composto sul fuoco, fino a raggiungere la consistenza desiderata. Noi li serviamo con olio al rosmarino e rosmarino fresco.
Vino da abbinarci?
Un Valpolicella classico superiore Casal Vegri, dell’azienda agricola Cà La Bionda.
EffeErre