Il nostro giornale, commentando la cena di gala a cui hanno partecipato 400 vip nel cuore dell’anfiteatro areniano per festeggiare i 50 anni del Vinitaly, registrava la qualità scadente del cibo. Peccato che a dirigere la grande orchestra gastronomica fosse stato chiamato il pentastellato chef vicentino Carlo Cracco. Molti presenti si erano lamentati del risotto alquanto acido, con pomodoro, limone e cumino, della carne poco commestibile e di un certo “lei non sa chi sono io” del bravo Cracco. Ciò ci è stato detto, ciò abbiamo scritto. Apriti cielo. Lesa maestà. Immediatamente i social si sono scatenati. La notizia poi ripresa in primis dal sito di Roberto D’Agostino Dagospia, che oggi conta più del Corriere della Sera, poi da molti altri quotidiani online della penisola, ha fatto un picco di visualizzazioni e relativi commenti. Cracco se l’è presa e ha commentato sulla sua pagina facebook testualmente: “Sia un piccione o una cena che faccio o una frase che dico, poco importa. A loro non interessa il cosa, ma il chi. Lo sbandierano ai quattro venti e se ne compiacciono”. Non sapevamo, nel momento in cui si scriveva, che Cracco si considerasse all’altezza di uno statista mondiale. Sta di fatto che i delusi della cena erano molti. In primis, tanto per citarne uno, il presidente di Coldiretti Verona, Claudio Valente, che guarda caso è anche vicepresidente vicario di Veronafiere. Irritato dalla qualità del cibo, “perchè, mentre si combatte per tutelare il made in Italy, è stata servita carne giapponese, proprio a Verona, che è la prima produttrice di carne d’Italia” precisa il presidente di Coldiretti. L’articolo su La Cronaca di Verona, Dagospia, Il Giornale.it , sommato ai commenti di Cracco sulla sua pagina facebook hanno fatto esplodere un piccolo pandemonio che ha raggiunto oltre 450.000 visualizzazioni, facendo per la seconda volta il giro della penisola. Abbiamo scoperto che è severamente vietato criticare uno chef di fama. Peccato che quando aveva preparato un menù ad hoc per la riapertura della Fiat con gli operai, fosse successo qualcosa di simile. E allora non c’è che andare al duello con il presidente Claudio Valente che si considera anche un ottimo cuoco, come il nostro direttore Achille Ottaviani. Potrebbe finire con Golia Cracco contro i due Davide di provincia in una sfida tra i fornelli. Assai probabile che questa volta vinca il Golia pentastellato. Ma non è detto. Il tutto finirebbe comunque con un brindisi e una pacca sulle spalle. Errare humanum est soprattutto per chi cucina per 400 persone in un colpo solo.