“La chiusura dei locali da ballo mette a rischio un settore che dà lavoro a decine di migliaia di persone, con quasi tremila imprese italiane che rischiano di chiudere entro il prossimo anno: non siamo untori, sono le forme di intrattenimento alternative, non regolamentate, che andrebbero perseguite”. E’ lo sfogo di Paolo Artelio, presidente provinciale del Silb-Confcommercio e della sezione turismo di Confcommercio Verona che commentando il DPCM parla di “situazione molto grave anche nella nostra provincia e in tutto il Veneto”.
“Il 2020 è un anno da dimenticare, i locali sono chiusi dal 23 febbraio; le riaperture delle attività stagionali a giugno e luglio a macchia di leopardo nelle varie regioni italiane con tempistiche, modalità e regole più o meno rigide differenti hanno aggiunto confusione a una situazione già precaria”.
“Nei nostri locali vigono sistemi di sicurezza e di controllo che non si riscontrano nei tanti momenti di svago organizzati in modo improvvisato quanto pericolo di cui abbiamo avuto notizia negli scorsi giorni”, aggiunge Artelio. “I furbetti non albergano nella nostra categoria. La mancanza di qualsiasi forma di sostegno la dice lunga sulla visione miope nei confronti del mondo dell’intrattenimento: rischiamo di vedere azzerato un patrimonio imprenditoriale che è anche punto di riferimento per una sana socialità, si pensi ad esempio alle balere frequentate dai meno giovani“.