Una stagione disgraziata. Che dopo 38 partite può ancora far sorridere il Verona. Nonostante tutto. Lo spareggio con lo Spezia è la logica conclusione di un campionato la cui analisi è meglio fare attraverso i numeri che, come si dice, non mentono. 38, appunto, le gare giocate, 31 i punti raccolti frutto di sette vittorie, dieci pareggi e ben 21 sconfitte. Difficile fare peggio. Ci sono riuscite Cremonese e Sampdoria, stesso cammino ma con diversi fattori, sei vittorie e tredici pareggi, lo Spezia. Il Verona vanta il penultimo attacco del campionato, solo 31 le reti realizzate, peggio ha fatto un’inguardabile Sampdoria e come i gialloblù ha lo stesso bottino lo Spezia e la quinta peggior difesa del campionato, con alle spalle di Faraoni e compagni ovviamente la Sampdoria in compagnia di Cremonese, Spezia, Salernitana e Sassuolo. Cifre che danno l’immagine del Verona, una squadra dai due volti e mai come questa volta è il caso di dirlo. L’Hellas va allo spareggio pagando un inizio di campionato imbarazzante. Alla sedicesima giornata, la prima giocata dopo la sosta Mondiale, il Verona gioca a Torino contro i granata di Juric con sul groppone qualcosa come dieci sconfitte consecutive e solo cinque punti raccolti. Era lo scorso 4 gennaio, un Verona rifondato dalla cura Sogliano che il presidente Setti aveva chiamato al capezzale della squadra nel tentativo di dare una scossa ad una squadra senza idee e in caduta libera. Sogliano, va aggiunto, ha fatto le nozze con i fichi secchi, facendo arrivare in riva all’Adige tanti carneadi come Ngonge, Braaf, Abildgaard e compagnia cantando. Un cambio marcia c’è stato, indubbio. Nelle successive 22 giornate il Verona ha raccolto 26 punti, bottino ragguardevole che hanno consentito ai gialloblù di giocarsi tutto nello spareggio con lo Spezia. Non solo ma dopo il blitz di Lecce il Verona aveva toccato con mano la salvezza, gettando letteralmente al vento in una seconda occasione quando al Bentegodi proprio allo scadere si è fatto rimontare dall’Empoli. Questo per sottolineare che, nonostante tutto, il Verona può avere anche motivi per recriminare e avrebbe potuto conquistare la salvezza diretta. Ma pesano quelle dieci sconfitte consecutive, record nella storia non solo dell’Hellas ma della serie A e, chiaramente, alcune scelte estive che hanno costretto il Verona a recitare questa parte. Quella di una squadra costruita alla bene meglio, con pochi soldi, Soglia non non ha avuto, tanto per essere chiari, nessun tesoretto da investire nel mercato di riparazione. Resta ancora la speranza. Lo Spezia è una squadra viva, con tanti limiti tecnici prima che tattici, ma a Roma se l’è giocata con ardore, cattiveria, tanta volontà. Quella che al Verona in queste ultime sortite è venuta decisamente meno. Uno spareggio, quello di domenica 11 giugno, è una guerra di nervi. Non servirà solo giocare meglio per vincere. Occorre quella “garra”, lo spirito combattivo che ai liguri non difetta ma che ai gialloblù sembra essere venuto meno. Bisogna recuperarlo con urgenza e dare il tutto e per tutto. Una stagione disgraziata che potrebbe diventare da ricordare a lungo. Nel bene e nel male.
Mauro Baroncini