Lettere al direttore. Non serve vendere le farmacie Agec ma un “piano casa” straordinario

Al convegno del Pd veronese del 2 dicembre svoltosi agli ex Magazzini Generali, sono state prese in esame le necessità abitative nel Comune ed anche nella provincia di Verona.
Le relazioni ed il dibattito hanno confermato l’esistenza di una persistente crisi abitativa, che riguarda migliaia di cittadini e di famiglie veronesi, e che può essere così sintetizzata: circa 1.850 sfratti convalidati ed in attesa di esecuzione, alcuni risalenti al 2020, ma rinviati per l’emergenza Covid; oltre 1.000 richieste per un alloggio popolare presentate alla Azienda Gestione Edifici Comunali, l’AGEC di Verona, ed altrettante risultano quelle presentate per il tramite dei Comuni all’Azienda Territoriale per Edilizia Residenziale, l’ATER Veronese.
Tutto questo accade mentre a Verona da tempo si registra, purtroppo, una consistente riduzione di alloggi offerti dal libero mercato, per i quali ormai la scelta diffusa dei proprietari è quella di privilegiare altre tipologie locative più vantaggiose, come le locazioni brevi e turistiche e/o la trasformazione delle unità immobiliari in Bed&Breakfast.
E ciò e’ stato confermato dall’intervento della Consigliera Comunale On.le Alessia Rotta, la quale ha sottolineato come le locazioni brevi, turistiche, e le strutture Bed&Breakfast a Verona avrebbero raggiunto oramai una consistenza di circa 15.000 posti letto, pari o equivalenti a circa 5.000 appartamenti (sottratti dal mercato delle locazioni).
Questa situazione, inoltre, è resa ulteriormente aggravata dalla presenza sul territorio veronese di circa 1.300 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica non utilizzati (perché non idonei alla locazione per gravi incurie), dei quali 564 risultano di proprietà dell’AGEC, e gli altri appartenenti all’ATER territoriale e sparsi nei 98 comuni della provincia.
Oltre a questi alloggi vuoti, sfitti e non idonei, occorre aggiungere inoltre decine di altri appartamenti sfitti, gia’ di proprietà del Fondo di Previdenza dei dipendenti pubblici, l’INPDAP, oggi trasferiti sotto la gestione dell’INPS.
Per recuperare questi alloggi non esisterebbero oggi i finanziamenti necessari di circa 30 milioni di euro per l’AGEC, e tantomeno da parte dell’ATER, che dipendente dalla Regione Veneto, le cui centinaia di unità immobiliari vuote e sparse nei 98 comuni della nostra provincia, richiederebbero per il loro recupero non meno di 45 milioni di euro.
Per reperire le risorse indispensabili al recupero degli alloggi dell’Agec, l’Assessore Federico Benini, nel suo intervento, ha ipotizzato la possibilità di poter vendere degli edifici considerati non più idonei per le finalità di AGEC e fra questi, alcuni immobili di pregio ubicati nel centro storico di Verona, e, addirittura le 13 farmacie (ex) comunali, cedute all’AGEC con votazione del Consiglio Comunale nel 2009.
Ora, pensare di vendere degli immobili di pregio oppure altri patrimoni come le Farmacie per affrontare una emergenza, come quella emersa dal convegno del PD lo scorso 2 dicembre, credo che rappresenti la conferma di una palese incapacità degli amministratori che si sono succeduti, nella gestione della cosa pubblica del Comune, dell’AGEC, e dell’ATER di Verona, e persino del Dipartimento ERP, cioe’ dell’Edilizia Residenziale Pubblica della Regione del Veneto, di questi ultimi 15 anni. E cio’ è confermato dal numero impressionante di appartamenti inutilizzati come prima rilevato.
Azzardo, pertanto qualche ipotesi di intervento che possa risultare utile per affrontare con concretezza l’emergenza casa.
Impegnare i Parlamentari veronesi affinché richiedano con forza al Governo, il finanziamento degli importi rilevanti e necessari per le opere di recupero e ristrutturazione degli alloggi, mediante il trasferimento al Comune e quindi all’AGEC di Verona, di parte dei fondi ex Gescall
Analogo impegno lo richiedo ai Consiglieri Regionali affinché la Regione provveda a finanziare per il tramite dei Comuni l’Ater di Verona, per recuperare il maggior numero di appartamenti sfitti, esclusi dai programmi del Pnrr.
Valutare l’ipotesi con le varie Associazioni del settore, l’ANCE, il Collegio dei Costruttori Edili, la Fondazione Edil-scuola e gli Ordini Professionali, di poter realizzare interventi manutentivi. Conferire in comodato d’uso alla Universita’ degli Studi di Verona, per il tramite dell’ESU, un numero di alloggi per gli studenti fuori sede,
Giuseppe Braga
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La puntuale lettera di Giuseppe Braga ci consente di ribadire che vendere i gioielli di famiglia (le 13 farmacie) per ristrutturare alloggi sarebbe un errore quando molte altre sono le strade percorribili con un piano casa straordinario che coinvolga le Fondazioni di origine bancaria.