Non c’è nemmeno il tempo per piangere. Il Verona archivia la sconfitta di San Siro con il Milan e attende la visita dell’Atalanta nel turno infrasettimanale. A Milano si esce dal campo con tanto rammarico e la netta sensazione che sarebbe bastato poco per raccogliere almeno un punto contro la squadra di Pioli.
Un Milan onestamente debole, un po’ sulle gambe ma in grado di capitalizzare al meglio l’unica accelerata degna di tal nome del portoghese Leao, una rete, va sottolineato, frutto di una sciagurata palla persa dal Verona in uscita. Ma, come detto, è già tempo di girare la pagina e di mettere a fuoco un’altra gara ricca di insidie.
L’Atalanta del presidente Percassi è, probabilmente, la regina dell’ultimo mercato non tanto per i nomi altisonanti che sono arrivati a vestire la maglia della Dea quanto, soprattutto, per le incredibili plusvalenze realizzate. Una su tutte, quella del danese Hojlund. L’attaccante è costato agli orobici 17 milioni e dopo un’annata con 10 reti all’attivo, una anche all’Hellas, è stato ceduto al Manchester United per 75 milioni. Insomma l’Atalanta sta facendo scuola anche in considerazione del bilancio che da qualche anno è costantemente in attivo, 157 in positivo quello del 2022. Un vero e proprio modello quello della società bergamasca che, tuttavia, ha iniziato la stagione con qualche frenata e, guarda caso, tutte in trasferta.
L’Atalanta, infatti ha alzato bandiera bianca di fronte al sorprendente Frosinone di Di Francesco e alla Fiorentina allenata da un altro ex gialloblù, Vincenzo Italiano. Due episodi che possono dare fiducia al Verona. L’Atalanta gioca il famoso calcio di Gasperini. Aggressività, duelli individuali, pressione alta.
Ad onor del vero l’intensità si è leggermente abbassata ma il tasso tecnico, grazie ai vari Zappacosta, Ederson e De Ketelaere si è alzata. Verrebbe da dire che, tutto sommato, il Verona di Marco Baroni, non gioca un calcio così diverso. Gasperini vista l’assenza di una vera prima punta, Scamacca è ancora out, anche contro il Cagliari nell’ultimo turno di campionato, ha modellato una squadra senza punto di riferimento offensivo, proprio perché Lookmam, altro giocatore molto temibile, è un attaccante esterno, di movimento. Lo stesso canovaccio tattico dell’Hellas contro il Milan in cui è stato Lazovic il giocatore più offensivo del Verona.
Ma quasi certamente al Bentegodi la musica cambierà. Baroni, come ha sempre fatto nelle gare interne, schiererà un attaccante fisico in grado di occupare l’area avversaria con costanza. Scelta che, in base alle mosse dell’allenatore fiorentino, dovrebbe cadere su Bonazzoli in vantaggio su Djuric.
Ma la chiave tattica sarà necessariamente il ritmo che le due squadre imporranno alla gara. Anche il Verona, infatti, gioca sull’aggressività e sulla pressione alta ma dovrà, giocoforza, tenere ancora più alti i giri del motore. Qualora calasse di intensità l’Atalanta ha i mezzi per colpire. Bisogna gettarsi alle spalle la gara con il Milan, dimenticare quella che tutto l’entourage sa bene, è, indubbiamente, un’occasione persa. Ma il fitto calendario della serie A consegna al Verona l’immediata possibilità di riscatto.
Dopo due gare a reti bianche è necessario ritrovare la via del gol. A Baroni la scelta su come e su chi fare affidamento per far esultare il popolo gialloblù.
Mauro Baroncini