«Noi i serial killer li abbracciamo». Matteo Renzi, nel comizio di ieri pomeriggio in una Gran Guardia affollata, ha ironizzato così sull’attacco di Beppe Grillo ribadendo che «dobbiamo avere una campagna dai toni tranquilli, che non offenda nessuno ma discuta su che cosa cambierà». «Il motivo del no è la paura del futuro, mentre il sì è puro buonsenso», prosegue. «Ci dicono “scrofa ferita”? Noi stiamo tranquilli, e diciamo: “sì, ma il Cnel ?”. Ci dicono “serial killer”, e noi rispondiamo: “allora non volete abbassare il numero di poltrone?”. Noi dobbiamo stare nel merito». Renzi ha aggiunto che «Per cambiare l’Ue sul tema dei migranti e contro l’austerity «ci vuole un Paese forte, un Paese che non sta a fare le chiacchiere. Se passa questa riforma – ha sottolineato – noi saremo un Paese con un sistema più semplice e quindi più forte, più credibile».«La mia opinione- ha concluso- è che non si può restare a vivacchiare a Palazzo Chigi. Io ci sto se posso cambiare le cose, se dobbiamo tornare con quelli, i professionisti del vitalizio, del “si rimanda”, o Berlusconi che ha detto “voglio fare un tavolo con Renzi il giorno dopo se vince il no”. Il tavolo fallo ma ti trovi Grillo e D’Alema, contenti voi».Ad attendere il premier in Piazza Bra, oltre a una nutrita presenza delle forze dell’ordine, c’erano gli esponenti di “Battiti” che hanno ricordato a Renzi che Verona sta ancora aspettando i quadri che si trovano in Ucraina.