“Noi, gli ultimi: siamo noi gli untori?” EMERGENZA CORONAVIRUS: professioni dimenticate

L’estetista: “Fino a giugno, proprio no”

P. M. 48 ANNI, VERONA
“Siamo a terra, ma sembra che questo interessi poco a chi ci governa. La nostra categoria, chissà perchè, è stata dimenticata, come fossimo degli appestati. Eppure, io credo che tutte le mie colleghe, tutti i centri estetici d’Italia, si siano già attrezzati per essere pronti alla ripartenza. Ce lo dicano, dovete fare questo e quell’altro, noi lo facciamo. Abbiamo le nostre clienti che ci chiamano ogni giorno, c’è un rapporto di fiducia che va oltre l’aspetto professionale, ma non possiamo fareniente. E intanto, abbiamo buttato tre mesi dalla finestra, e chissà quando ci riporteremo in quota. Perchè hai un bel dire, “lo Stato vi aiuterà”, sono curiosa di vedere come e quando succederà. E comunque sia, nessuno ci restituirà quello che abbiamo perso. Io capisco, in piena emergenza ci può stare e nessuno di noi ha fiatato, anche se alcune categorie avrebbero potuto lavorare senza problemi e senza rischi. Però, giusto assecondare le direttive. Ma poi, perchè queste differenze? E perchè tenerci come ultimi, come se entrando in un centro estetico, si respirasse virus a raffica… Io ho sanificato due volte, ho già preso tutte le precauzioni, mascherine e guanti per tutti, col logo del centro, pure un prodotto di bellezza in omaggio. Ma fateci aprire, altrimenti, davvero, vi porteremo le chiavi e ci siederemo davanti al Parlamento aspettando lo stipendio. Fino a giugno non è possibile aspettare”.

L’INSEGNANTE DI DANZA: “Noi, senza futuro”

A.D, 37 ANNI, VERONA
“Si sono dimenticati di noi, questo è poco ma sicuro. Riaprono tutti, han parlato di tutti, restano chiusi i centri sportivi come se lo sport fosse una cosa di secondo piano. Come se solo lo sport fosse pericoloso per il contagio. Davvero mi chiedo in che mondo viviamo e dove vivono, soprattutto, quelli che dovrebbero decidere per il bene di un Paese. Io ho un’attività avviata da tempo, ma adesso, come fai a riprendere? I corsi sospesi, i tesserati delusi e disillusi, mica è semplice riprendere e ritrovare tutto quello che avevi. La verità è che molti di noi, soprattutto i più piccoli, come sempre, faranno fatica a sopravvivere e a proseguire. E così, magari, ti dovrai pure reinventare un lavoro, fosse facile farlo… La cosa strana, che non si capisce, è il motivo per il quale ci hanno tenuto per ultimi. Lo sport fa bene, ai piccoli e ai grandi. E ogni circolo ha la possibilità di provvedere alle misure che ci chiedono. Basta che ce lo dicano, ci spiegano che cosa serve per riaprire e noi siamo pronti a farlo. Oggi, domani… Dove sta il problema? Molti di noi hanno anche spazi all’aperto, puoi tenere un corso all’aria aperta, senza problemi di distanze e cose del genere. Invece, siamo qua, in attesa di qualcosa che non sai se e quando arriverà. E intanto la stagione è finita. Perchè poi, c’è da dire anche quello, se ci fanno riaprire a giugno, poi cominciano le vacanze, ammesso che ce le facciano fare, e i corsi tuoi vanno a farsi benedire. E a noi, chi ci rimborsa tre mesi a vuoto?”