C’è un quartiere molto tranquillo, ricco di istituti scolastici privati di tradizione religiosa, sicuramente poco incline alle rivoluzioni, dove sta crescendo un malcontento molto forte, con iniziative inedite e evidenti manifestazioni di insofferenza nei confronti delle decisioni che si stanno abbattendo sulla quete della zona.
L’area è quella attorno a stradone Antonio Provolo, qui hanno sede l’istituto Don Bosco, l’istituto Gresner, l’istituto per sordomuti e sordomute e altro ancora. In questa via e nella traversa di vicolo Ognissanti, sono stati appesi alle finestre striscioni di protesta molto eloquenti: No al parcheggio in vicolo Ognissanti, e sotto la scritta un fotomontaggio. tante auto e l’urlo di Munch.
Di cosa si tratta? Come avevamo anticipato nella pagina delle lettere riguardanti le scelte della Fondazione Cariverona di mettere a reddito anche i fazzoletti di terra, in vicolo Ognissanti è previsto un parcheggio multipiano del colosso spagnolo Saba. Il fazzoletto di terra in questione era adibito a parcheggio di superficie per gli spettatori del Teatro Ristori (di proprietà di Cariverona che lo gestisce) che qui potevano lasciare l’auto visto che la zona non offre disponibilità di posti auto.
Solo che da qualche mese chi compra il biglietto per assistere agli spettacoli e ai concerti del Ristori non può più parcheggiare in questo spiazzo di vicolo Ognissanti perché non è più nella disponibilità della Fondazione Cariverona: l’Istiuto di via Forti lo ha “messo a reddito”: lo has cioè ceduto a Saba perché via costruisca un parcheggio multipiano. Ma c’è un piccolo dettaglio: qui un’auto un po’ più grande di un’utilitaria non riesce a passare se non a costo di estenuanti manovre. E il vicolo poi si intaserà di veicoli. Ed è protesta.