“Una storia quasi solo d’amore”
di Paolo Di Paolo
(2016, Feltrinelli)
Nino osserva Teresa concentrato, la guarda come si studia un rebus. Gli pare misteriosa e indecifrabile. Nino ha vent’anni o poco più. E’ appena rientrato da Londra, vuole fare l’attore e a Roma insegna recitazione ad un gruppo di anziani. Teresa ha varcato i trenta, lavora in un’agenzia viaggi, organizza tour in Namibia e in Islanda, conosce la fine dei vent’anni “che è come essere un po’ in ritardo”.
Nino si scopre attratto da questa ragazza e dal segreto che lei si porta dentro. All’improvviso un “come stai?” diventa urgente, non riesce a starle distante. E lei è così, “una che fa domande e risparmia sulle risposte”, una che se fosse una città sarebbe “Lisbona d’estate”.
Nino e Teresa cominciano ad osservarsi come in uno specchio, ognuno mette allo scoperto le inquietudini e le ambizioni dell’altro.
Sono diversi, per certi versi distanti e lei è bellissima, anche se non c’è un solo istante in cui sembri far caso alla sua bellezza, come se non la riguardasse. Tutto accade sotto lo sguardo attento di Grazia, zia di Teresa e insegnante di teatro di Nino, che li accompagna fino al suo uscire di scena e che sembra dire loro di non avere fretta né paura di fallire.
E un primo bacio arriva ed è difficile dire a quel punto chi tra i due abbia vent’anni e chi trenta, si confondono le labbra e i corpi e gli anni. E’ un bacio tanto forte e tanto “primo” da far sentire chi se lo sta dando, “baciato anche all’indietro” per tutti i tempi cupi che ha attraversato.
Giulia Tomelleri