Gratitudine, stima e ammirazione. Ecco ciò che si prova sfogliando le pagine della vita di Nilde Iotti, una donna che ha contribuito così tanto alla crescita umana dell’Italia, battendosi perché le donne venissero considerate e valorizzate come “cittadine” e non come “mogli” o “madri”.
Politica, figlia di un ferroviere e sindacalista socialista e di una casalinga, Nilde Iotti conobbe le prime difficoltà economiche ed emotive da piccola quando rimase orfana del padre nel 1934. Ciononostante, riuscì a proseguire gli studi grazie a borse di studio e a laurearsi in Lettere all’Università Cattolica di Milano.
Fu la prima donna nella storia dell’Italia repubblicana a ricoprire una delle tre massime cariche dello Stato, la presidenza della Camera dei deputati. Detenne per quasi 13 anni e per ben tre legislature questa carica, ottenendo così due primati: non fu “solo” la prima donna a ricoprire l’importante ruolo istituzionale, ma detiene ancora oggi il primato per avere ricoperto il ruolo per ben 13 anni consecutivi. Il 4 dicembre del 1999 morì all’età di 79 anni.
«Io stessa – non ve lo nascondo – vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione».
Pronunciò queste parole, nel Discorso di insediamento alla Presidenza della Camera. «È necessario cogliere negli altri solo quello che di positivo sanno darci e non combattere ciò che è diverso, che è un “altro” da noi»
È un messaggio che ricorda l’importanza dell’inclusione e che guarda al diverso come fonte di ricchezza umana. «Dobbiamo rendere più umani i tempi del lavoro, gli orari delle città, il ritmo della vita».
Il Covid-19 ci ha costretti ad una battuta d’arresto, ci ha fatto scoprire come sia possibile rimodulare il “ritmo della vita” ed essere più flessibili. Il rischio da evitare, però, è che questa flessibilità intrappoli la libertà. Questa frase ci ricorda come la bussola debba essere l’umanità del “ritmo della vita”. «Credo che siano maturi i tempi per una donna al Quirinale. Questo anche grazie al lungo cammino compiuto dalle donne in questi 50 anni nella lotta per i diritti e per una completa parità».
Ed ecco qui una delle cause per cui Nilde Iotti si è battuta di più: l’emancipazione femminile. Il desiderio di vedere una donna salire al Quirinale non si è ancora realizzato, ma una cosa è certa. Nilde Iotti sarebbe contenta del traguardo raggiunto da Kamala Harris: la prima donna e la prima persona afroamericana e asioamericana ad assumere l’incarico di vice presidente degli Stati Uniti il 20 gennaio 2021.
Chissà, forse riconoscerebbe nel monito pronunciato dalla Harris al momento dell’insediamento una prosecuzione del suo discorso alla Camera: «Sono stata cresciuta da una madre che mi diceva tutto il tempo: Kamala, potresti essere la prima a fare molte cose, assicurati di non essere l’ultima».
Stefania Tessari