Coinvolge anche Verona il caso della cooperativa Progetto Vita, cooperativa sociale con sede a Sondrio e numerosi servizi in appalto distribuiti sul territorio nazionale (tra cui quello scaligero), che non versa lo stipendio alle proprie lavoratrici che operano come assistenti scolastiche. In aggiunta di questo sembra che abbia indebitamente prelevato dal fondo di tesoreria dell’Inps il 95% del Tfr che le lavoratrici avevano versato. In questa situazione le lavoratrici hanno comunque portato avanti il proprio servizio, con regolarità e accuratezza, ma oggi stanno accusando seri problemi di sostenibilità economica. “ Nella sanità sarebbe impensabile – afferma la presidente di Federsolidarietà Verona Erica Dal Degan – pensare di appaltare un servizio di primo soccorso o di chirurgia utilizzando il criterio del massimo ribasso. E invece nel sociale si continuano ad affidare servizi delicati e fondamentali a soggetti che utilizzano la forma giuridica della cooperativa sociale solo per fare business, puntando al massimo ribasso. È sempre più evidente che la strada da perseguire è quella dell’accreditamento, metodo già sperimentato in alcune situazioni del sociale in Veneto– come ad esempio i centri diurni per le persone con disabilità – , con grande successo e soddisfazione sia dal punto di vista qualitativo che economico dei contribuenti.”