Il presidente dell’aeroporto Catullo e di Confcommercio Verona: “Giuste le precauzioni, ma non rinunciamo a vivere”. “Spot francese vomitevole, però anche l’Italia ha sbagliato a comunicare”
“Lavorare per pronta ripresa”.
Il presidente Arena ha un obiettivo: “Stop alle scadenze fiscali e accesso al credito”.
«Lo spot di Canal Plus è vomitevole. Ma come si fa a mandare in onda in tutta la Francia una pubblicità che non è satirica, ma offensiva, in cui un pizzaiolo italiano tossisce e sputa su una nostra eccellenza come la pizza! Chi l’ha permesso deve vergognarsi! Anche perché se all’estero diventa una gara a chi ci denigra di più si blocca il mondo, non solo l’Italia: a chi se lo fosse dimenticato vorrei ricordare che siamo la sesta potenza industriale del pianeta». Paolo Arena, presidente dell’aeroporto Valerio Catullo e di Confcommercio Verona, va dritto al punto: «Se le istituzioni non bloccano in anticipo scempi come questo, e se non prendono provvedimenti contro i cialtroni dei social che si divertono solo a scatenare il panico, la situazione rischia di precipitare definitivamente. C’è da dire però che anche l’Italia ha le proprie colpe…».
A cosa si riferisce? «Dovevamo dare un messaggio completamente diverso al mondo».
Si spieghi. «Anziché stilare fin dall’inizio il bollettino dei morti e dei contagiati da Coronavirus, il governo avrebbe dovuto evidenziare che in appena 24 ore la macchina sanitaria del Veneto e della Lombardia ha cominciato a lavorare a pieno regime per contenere il contagio e rendere le nostre città e le aziende il più sicure possibile».
Secondo lei c’è un allarmismo ingiustificato? «No, non dico questo. Il problema è evidente e va affrontato con le precauzioni del caso. Chi minimizza fa del chiacchiericcio da bar. Bisogna prestare ancora più attenzione alle norme igieniche, tenere a casa dal lavoro chi ha l’influenza, dato che non si può sapere in anticipo se si tratta di un normale malanno di stagione o di Covid-19, che secondo tutti i virologi è più contagioso. Però è anche vero, e lo dicono le statistiche, che nella regione cinese più colpita, Hubei, il tasso di mortalità è dello 0,0004%, e che la stragrande maggioranza di chi è deceduto aveva già un quadro clinico ampiamente compromesso. È anche per questo che dico che la comunicazione italiana è stata completamente sbagliata».
A Verona alberghi e ristoranti sono in grande difficoltà. «Direi enorme. Alcuni hotel chiuderanno temporaneamente perché non ci sono più ospiti. All’estero ci considerano degli untori, è passato il messaggio che l’Italia, e in particolare le regioni del Nord, sono un lazzaretto. Ormai, dando retta ai media stranieri, sembra che ogni persona contagiata sia passata qui da noi. È comprensibile poi che la gente abbia paura a fare colazione al bar o a uscire a cena. Ma per un po’ dobbiamo imparare a convivere con questo virus, non possiamo eccedere con la paura».
Per il lago di Garda potrebbe essere la stagione peggiore di sempre… «È troppo presto per dirlo. Certo, alcune disdette sono già arrivate, però fare previsioni è molto complicato. La situazione può cambiare rapidamente, in un senso o nell’altro. Molto dipenderà anche dai provvedimenti e dalle restrizioni che adotteranno i vari governi». Confcommercio come sta affrontando la crisi? «Ci stiamo coordinando con tutte le associazioni di categoria per diffondere messaggi responsabili che invitano sì alla prudenza, ma anche a non lasciarsi andare all’isteria collettiva. Soprattutto ci stiamo muovendo per far sì che vengano cancellate le scadenze fiscali e che le banche concedano un accesso al credito molto veloce».
L’Europa si è mossa in ritardo? «È mancato completamente il coordinamento. Avrebbe dovuto capire subito che il problema non era solo italiano ma che sarebbe diventato globale».
E invece, all’inizio, siamo stati i soli a bloccare i voli dalla Cina… «Non è servito a niente, e il perché è chiaro. Primo: i passeggeri che facevano scalo a Francoforte, a Monaco o ad Amsterdam non hanno avuto nessun problema a raggiungere l’Italia. Secondo: il blocco non ha senso se non viene concordato con gli altri Paesi europei. La nostra è stata una decisione di pancia».
Si possono azzardare previsioni sulla ripresa dei collegamenti aerei con l’estero? «Al momento è impossibile».
Vinitaly è stato prima confermato e dopo pochi giorni rinviato di due mesi. È sorpreso? «No, è stata una scelta ponderata. Molti espositori, a causa delle restrizioni imposte dai loro Paesi e dalle compagnie aree, non avrebbero potuto partecipare. Sarebbe stato un grosso problema per l’export italiano. Pensiamo solo a quante aziende veronesi ci avrebbero rimesso…».
di Alessandro Gonzato