L’epilogo era inevitabile, e dunque La Cronaca, stranamente unica testata cittadina a farlo, aveva anticipato la notizia già una ventina di giorni fa. Eravamo stati facili profeti. Ora è arrivata l’ufficialità: il Festival lirico areniano 2020 è stato rinviato al 2021, quando verrà riproposto il medesimo cartellone. Ad annunciarlo sono stati il sindaco di Verona Federico Sboarina e la sovrintendente Cecilia Gasdia. L’opera, in Arena, è stata sospesa soltanto in tempo di guerra.
La pandemia ha annullato o posticipato tutti i grandi eventi mondiali: non si capisce come la stagione lirica avrebbe potuto fare eccezione. Com’era pensabile gestire l’afflusso di migliaia di persone? Noi, nel nostro piccolo, avevamo lanciato l’idea di mettere in scena alcune rappresentazioni a porte chiuse e vendere i diritti televisivi ai grandi network internazionali, su tutti quelli cinesi e giapponesi (popolazioni melomani e dalle grandi disponibilità economiche) così da incassare comunque un discreto gruzzolo, ma siamo solo degli umili scribacchini. La Cronaca, scrivendo dello scontato rinvio della stagione, aveva titolato “Silenzio di tromba”. E però, stando alle parole della Gasdia, non sarà proprio così. La programmazione 2020, è stato comunicato, sarà sostituita dal progetto Nel cuore della musica. “Fra i tanti che abbiamo preso in esame – ha spiegato la sovrintendente – questo è sostenuto da innumerevoli artisti. Non vogliamo il 2020 silenzioso: pensiamo di allestire in agosto una serie di serate in una cornice areniana completamente nuova e diversa”. Si tratta di una decina di spettacoli “nei fine settimana di agosto da estendersi in settembre” ha precisato Gasdia. “Questo progetto – ha aggiunto – è sostenuto da un protocollo sanitario che stiamo ultimando e che invieremo alle autorità competenti. Siamo a maggio e ci auguriamo che nell’arco di tre mesi la situazione possa cambiare”. Staremo a vedere. Sboarina ha spiegato che l’Arena, stando alle nuove imposizioni anti-Covid, potrebbe ospitare 3 mila spettatori. “Non dimentichiamo che il nostro business è basato su 13.500” ha sottolineato. “Abbiamo il più grande teatro aperto del mondo e stimiamo che i mancati incassi saranno nell’ordine dei 20 milioni di euro”. Il progetto prevede un assetto dell’anfiteatro completamente diverso: il palcoscenico sarà posizionato su un piedistallo in platea e ospiterà orchestra e coro. Per il resto, inevitabilmente, nessuna certezza. L’unica risale ormai a settimane fa, quando era già chiaro che l’opera, quest’estate, non ci sarebbe stata. Ci piange il cuore. A.G.