Come dimenticare Ignacio Luis Marsiglia, il professore ebreo che nel 2000 – già, ormai sono passati vent’anni – si inventò di essere stato picchiato da un gruppo di nazisti e che con le sue fandonie contribuì a far appiccicare a Verona l’etichetta di capitale italiana di un nuovo fantomatico Terzo Reich? Di lui, dopo che confessò alla Procura di aver raccontato un sacco di balle al solo scopo di evitare il trasferimento in un’altra scuola, si persero le tracce. Si diceva che fosse tornato in Uruguay, a Montevideo – sua città natale – ma nessuno ebbe più sue notizie. Si è poi scoperto invece che il prof vive nei Paesi Baschi, si fa chiamare Elan Primo e fa il pittore e il fotografo. Di quei giorni, Elan Primo, non vuole parlare. Si è rifatto una vita. E però non possono essere dimenticati i quintali di fango che alcuni giornalisti di Sinistra gettarono sulla nostra città dando credito a prescindere a una ricostruzione farlocca. Berizzi presenti pure il suo libro a Verona, ne ha tutto il diritto, ma nessuno si permetta di dipingere una città pacifica quale la nostra come un covo di naziskin. Oltretutto a Verona (ma più in generale in italia) l’estrema destra alle urne prende circa l’uno-due per cento. Non ci pare che ci sia un allarme fascismo.