I numeri parlano chiaro. Le tabelle qui a fianco (elaborate dalla Fondazione Gimbe) ancora di più. In Veneto non c’è alcuna emergenza sanitaria. La situazione è seria, certo, ma nessun allarne. Nella regione solo il 27% dei posti letto in terapia intensiva è occupato da pazienti Covid. La media nazionale è del 42. I ricoveri non gravi incidono per il 33 a fronte del 51 nazionale. “Il nostro sistema sanitario sta reggendo soprattutto grazie alla buona gestione a livello territoriale”, ha detto l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin. “L’inizio della soglia di criticità è al 30% per le intensive, e noi siamo sotto di 3 punti, e del 40 per l’area non critica, e il Veneto è 7 punti prima”. Come ogni venerdì si discute dell’eventuale passaggio di fascia delle Regioni. Il governatore Luca Zaia è stato chiaro: “Per i numeri, per la sensazione e il clima di gestione che abbiamo, per noi non è cambiato nulla rispetto alla settimana scorsa. Anzi, il nostro indice Rt è sensibilmente calato”. I ricoverati in terapia intensiva sono 10 in meno rispetto a ieri. “Alla fine avremo il passaporto sanitario per il vaccino, finirà così’”, ha aggiunto Zaia. “Oggi chiedono il test, domani il vaccino. La comunità internazionale si tutelerà in questo modo. Personalmente mi vaccinerò. A gennaio ne avremo su piazza almeno sei. Non è obbligatorio”, ha tenuto a sottolineare il governatore, “si lascia la libertà di farlo a chi vuole. Rispetto la libertà di pensiero, ma ho impressione che non si sia valutato l’aspetto della tutela a livello mondiale”. Poi, sui ristori: “Per le città d’arte serve un meccanismo che prescinda dal colore dell’area”.
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