Nella Casa della Giovane il crocevia di tante storie Donne e bambini nello stabile donato da Margherita Pettenella

Una mission complessa, che coinvolge varie persone e professionalità, ma tante soddisfazioni. Umane e di vita. A.C.I.S.J.F. Protezione della Giovane opera a Verona dagli anni ’70, sostenendo l’impegno e il coraggio delle donne nel ricostruire un futuro nuovo. Casa della Giovane è un crocevia di tante storie che meriterebbero di essere raccontate. Storie di donne che crescono da sole i propri figli, senza il supporto di una famiglia. Donne che cercano di conciliare gli impegni lavorativi con la cura dei figli, uscendo di corsa con le scarpe da ginnastica “perché devo correre a prendere il bus”. Storie di donne che convivono con la paura, dopo la violenza e che si guardano continuamente le spalle, che temono di non uscirne. Donne che piangono, ma poi si rialzano. Abbiamo intervistato la Presidente Anna Sanson e la Direttrice Marta De Felice.

Come è nata la vostra realtà? A.C.I.S.J.F. Protezione della Giovane fa parte di A.C.I.S.J.F. Federazione Nazionale, con sede a Roma nata in Italia nel 1902. A Verona è attiva dagli anni ’70 e in via Pigna dal 1980. Meglio conosciuta come Casa della Giovane, svolge il suo servizio di accoglienza a donne e bambini nello stabile donato dalla signora Margherita Pettenella, volontaria e benefattrice, alla quale nel 2021 è stata intitolata una rotatoria cittadina.

Qual è la mission dell’associazione? L’accoglienza non è l’obiettivo finale, ma lo strumento privilegiato con cui è possibile costruire progetti individuali a supporto di donne in difficoltà mirati all’autonomia abitativa. Tramite questi progetti, aiutiamo le donne che accogliamo, affinché riprendano in mano la loro vita ed escano dalla casa di accoglienza in autonomia, in termini di casa e lavoro.

A quali attività nello specifico vi dedicate? L’associazione gestisce una casa di accoglienza, aperta tutto l’anno, con 50 posti letti: 40 posti dedicati all’attività istituzionale e 10 posti dedicati a ostello femminile turistico. L’attività istituzionale riguarda l’accoglienza a donne sole o con minori in emergenza abitativa e/o vittime di maltrattamenti domestici. In collaborazione con la rete del territorio pubblico/privata realizziamo poi azioni mirate al raggiungimento dell’autonomia abitativa: assistenza prime necessità, accompagnamento sociale e sostegno psicologico ed educativo.

Quante persone collaborano alla vostra realtà? La Casa riceve prevalentemente richieste dal territorio cittadino e della provincia. Collabora in via residuale anche con altre provincie della Regione e del resto di Italia. L’odv conta 53 volontari impegnati in diverse azioni di aiuto. È retta da un CD composto da 6 soci volontari, cui è affidata la funzione amministrativa e gestionale. Contiamo, poi, su uno staff composto da 7 professionisti.

Quali progetti avete in cantiere? L’associazione promuove molti progetti, in particolare: “Casa Dolce Casa”, a sostegno delle spese di mantenimento dello stabile; “Sostegno Psicologico”, a disposizione delle ospiti che stanno vivendo un momento difficile; “Sostegno educativo e formativo”, per conciliare tempi di vita/lavoro/cura; “Sostegno Alimentare”, per garantire alle persone accolte i beni di primo conforto; “Progetto scuola e attività ludiche”, per assicurare la fornitura scolastica dei bambini e attrezzare la sala giochi. Tutti i progetti sono importanti, sicuramente quelli “strutturali” che prevedono interventi di ristrutturazione sono quelli più onerosi e impegnativi, per cui è necessario promuovere campagne di raccolta fondi spesso pluriennali. Per il futuro l’Associazione intende riuscire a riqualificare i locali adibiti ad Ostello Femminile.

Cosa direste per convincere una persona a portare un contributo alla vostra associazione? L’associazione, grazie al riconoscimento del marchio di qualità Merita Fiducia+, garantisce corretta gestione amministrativa e la trasparenza, infatti ogni più piccolo donativo viene puntualmente rendicontato. Miriamo al risultato e non all’assistenzialismo. Con “risultato” intendiamo dignità di alloggio e accompagnamento al lavoro. Questo comporta importanti costi di gestione, manutenzione e personale specializzato dedicato e per corsi di formazione. Si può contribuire in vari modi: sostegno economico, donazione di beni di prima necessità, oppure prestando servizio di volontariato, promuovendo così azioni di cittadinanza attiva. Ogni aiuto, piccolo o grande, è prezioso. Anche le istituzioni possono fornirci un supporto, riconoscendo il ruolo attivo del Terzo Settore.

Cosa vi augurate dal futuro per la vostra realtà? Un pensiero utopistico: sogniamo un giorno in cui l’esistenza della nostra realtà non sarà più necessaria, perché la povertà e la violenza perpetrata sulle donne e sui bambini saranno svanite.

Stefania Tessari