La capienza è stata ridotta a causa delle norme stringenti sul Covid: 3 mila persone, un quinto di quanto l’Arena potrebbe ospitarne. Il palco, al centro, sarà un inedito. L’atmosfera completamente diversa. Sarà una ‘prima’ diversa. Gli occhi del mondo però, ancora una volta, saranno sul nostro anfiteatro. Niente lustrini e signore in lungo. Niente aperitivi di lusso. Niente struscio lungo il Liston. Ma la grande musica riparte da Verona, una tra le prime città a mostrare di nuovo un po’ di normalità, almeno nell’ambito dello spettacolo. Niente Festival lirico, rimandato all’anno prossimo. Quest’anno la rassegna si chiama Festival d’Estate-Nel cuore della musica. Undici appuntamenti fino al 29 agosto. Madrina del Festival Katia Ricciarelli. Si comincia domani alle 21.30 con un grande omaggio agli artisti italiani: Francesco Meli, Saimir Pirgu, Fabio Sartori, Roberto Aronica, Fabio Armiliato, Barbara Frittoli, Eleonora Buratto, Luca Salsi, Leo Nucci, Daniela Barcellona, Michele Pertusi, oltre alla Ricciarelli. L’evento è dedicato agli operatori sanitari che hanno affrontato in prima linea l’emergenza. Il 31 luglio seguirà una première assoluta con il Requiem di Mozart diretto da Marco Armiliato con Vittoria Yeo, Sonia Ganassi, Saimir Pirgu e Alex Esposito. Sabato primo agosto Anna Netrebko, Yusif Eyvazov, Daniela Barcellona e Ambrogio Maestri saliranno sul palco per quella che sarà una vera festa di rinascita nel nome dell’arte. Il calendario, pur limitato rispetto alla tradizione estiva, è prestigioso. La chiusura, il 28 e 29 agosto, sarà affidata a Placido Domingo, re del palcoscenico areniano e grande amico della sovrintendente Cecilia Gasdia. Il 7 agosto risuoneranno le note di Wagner, l’8 quelle di Verdi, il 13 agosto le Quattro Stagioni di Vivaldi. E poi Rossini e Puccini. E chi l’avrebbe mai detto, pochi mesi fa, che l’Arena sarebbe tornata a cantare in estate! Era un’illusione. Di più: una follia. L’attesa è stata snervante. La Fondazione Arena ha temporeggiato fino all’ultimo. Ha dovuto disdire la stagione lirica, certo, ma non si è lasciata prendere dallo sconforto ed è comunque riuscita ad allestire un cartellone all’altezza della storia dell’anfiteatro. Ci hanno creduto in pochi. Hanno dovuto ricredersi. Ha vinto Verona. Abbiamo vinto tutti. In attesa del ritorno dell’opera, che l’anno prossimo sarà ancora più bella. Viva Verona e viva l’Arena!