L’obbligo del green pass scatta in agricoltura per circa 8mila lavoratori che in questo momento sono impegnati nelle campagne venete dove si sta per completare la vendemmia, con la raccolta delle mele in piena fase e quella imminente delle olive, oltre agli ortaggi di stagione. E’ la stima di Coldiretti Verona sui dati di Veneto Lavoro relativi ai mesi di ottobre e novembre 2020 che rileva nella percentuale nazionale del 25% il numero di lavoratori agricoli italiani e stranieri che non sono ancora vaccinati per un totale di circa 2mila a livello regionale e un migliaio nella provincia veronese.
“Dopo la firma del presidente del Consiglio Draghi al DPCM con le linee guida per i controlli, per non lasciare marcire le produzioni sugli alberi è importante intervenire per facilitare l’accesso al lavoro di quanti sono in regola” afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’attività agricola è legata ai cicli stagionali delle coltivazioni e non può essere fermata”.
Un’esigenza – sottolinea la Coldiretti – per salvare il reddito delle imprese ma anche continuare a garantire gli approvvigionamenti alimentari alla popolazione in un momento in cui con la pandemia si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e rincari dei prezzi che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione.
Peraltro il lavoro in campagna, con appena lo 0,3% degli infortuni da Covid 19 che hanno interessato il settore dell’agricoltura, è – sottolinea la Coldiretti – il più sicuro grazie all’attività all’aperto e alla possibilità di mantenere le distanze anti contagio. Infatti i dati Inail sulle denunce complessive di infortunio da Covid al 31 agosto 2021 evidenziano – conclude la Coldiretti – come la percentuale più bassa di contagi tra le diverse attività si sia verificata proprio in agricoltura.