I giovani, tornati alla spensieratezza e al divertimento notturno dopo mesi di chiusure e restrizioni, si ritrovano ora a fare i conti con un nuovo e inquietante fenomeno che si sta diffondendo in diversi Paesi come Inghilterra, Irlanda, Scozia, Olanda, Belgio e Francia.
Se al momento pare essere circoscritto a questi Paesi, non è da escludere che una moda così rischiosa possa approdare anche in Italia. Si tratta del Needle Spiking, letteralmente avvelenamento da ago, ovvero la somministrazione, non consenziente, di sostanze psicoattive tramite iniezione.
La stampa estera sta affrontando la questione, in particolare è il New York Times ad affrontare la vicenda, riportando le storie di chi ha voluto raccontare, e in un certo modo denunciare, la propria difficile esperienza. Le narrazioni sono ambientate in discoteche e locali notturni e si accomunano da alcuni passaggi chiave: prima la sensazione dolorosa, o semi percepita, di essere punti in diverse parti del corpo, poi lo stordimento, l’assopimento, la perdita di coscienza e la ripresa, spesso in un altro luogo, talvolta in ospedale.
Le vittime, in maggioranza giovani donne, riferiscono al risveglio una perdita di memoria. Ovviamente una situazione del genere mette a repentaglio l’incolumità delle vittime che ignare, diventano facili bersagli per predatori sessuali.
Se un tempo l’attenzione era rivolta al fatto che, spesso le stesse, sostanze non fossero introdotte nel bicchiere della consumazione, ora l’allerta si allarga all’intero corpo. Questo nuovo metodo va quindi ad aggiungersi, ai più conosciuti, che comunque continuano a sussistere. Una persona quindi, volontariamente, sfruttando il caos della folla, che solitamente aleggia in questi contesti, si avvicina alla vittima designata, spesso non conosciuta, e le inietta a sua insaputa una sostanza.
Si tratta di una violenza aggravata dalla detenzione di un’arma (in questo caso la siringa) e dalla premeditazione. Si tratta di un fenomeno estremamente pericoloso, oltre infatti al rischio di arresto respiratorio che potrebbe indurre la sostanza iniettata in alcuni soggetti, ci sono le ricadute psicologiche che tali aggressioni potrebbero causare.
Un’altra preoccupazione, che il fenomeno genera, è che l’iniezione possa avvenire con un ago già utilizzato “sporco” quindi e comportare il rischio di infezione da virus che si trasmettono con il sangue, in particolare: AIDS, epatite B ed epatite C.
Sara Rosa, psicologa e psicoterapeuta