Sarà un Natale blindato, quasi da zona rossa. Il terrore di trasformare le Feste nell’innesco a gennaio di una nuova carneficina, replicando il “liberi tutti” andato in scena a Ferragosto e dintorni, ha spinto il governo a varare nel giorno con il record di morti per Covid (993) un Dpcm «estremamente rigoroso».
Gli spostamenti tra Regioni saranno vietati dal 21 dicembre al 6 gennaio e i confini comunali sbarrati a Natale, Santo Stefano e 1° gennaio. Sulla carta non sarà possibile neppure raggiungere i genitori anziani soli, ma ci sono due escamotage per aggirare il divieto. Il primo è lo «stato di necessità». «E in questa fattispecie rientrano gli eventuali spostamenti per evitare che anziani soli non possano avere il conforto dei familiari», dicono fonti di governo. Il secondo: la possibilità (prevista dal decreto) di raggiungere la propria «abitazione», oltre che la «residenza» e il «domicilio».
Il 20 dicembre in scena la grande fuga tra fuorisede e seconde case.
«Ma servirà sempre l’autocertificazione», spiegano al Comitato tecnico scientifico (Cts), «e chi dichiara il falso dicendo di abitare con i genitori o altri parenti, sarà penalmente perseguibile». In ogni caso, visto il pressing dei governatori regionali e di parte della maggioranza (mezzo Pd e Italia Viva), il premier Giuseppe Conte ha annunciato che il governo varerà alcune FAQ (risposte a domande frequenti) per «chiarire quali situazioni rientrano nello stato di necessità». Tra queste dovrebbe rientrare «l’assistenza ai familiari in difficoltà». Le deroghe varranno «per raggiungere le persone non autosufficienti» e consentire il ricongiungimento «delle coppie lontane per motivi di lavoro», ha puntualizzato Giuseppe Conte durante la conferenza stampa.
Il premier ha poi spiegato le misure: «Sarà un Natale diverso dagli altri, ma non meno autentico. Non possiamo abbassare la guardia, dopo aver evitato il lockdown generale. Per le Feste tutte le Regioni saranno gialle: abbiamo portato l’indice Rt sotto l’1, ma la strada per uscire dalla pandemia è ancora lunga e bisogna scongiurare una terza ondata che potrebbe essere non meno violenta della prima».
Nello scrivere il nuovo Dpcm, in vigore da oggi, l’ala rigorista del governo incarnata da Roberto Speranza, Dario Franceschini, Francesco Boccia e sostenuta dal grillino Alfonso Bonafede, ha imposto due capisaldi con l’obiettivo di impedire la «tradizionale socialità allargata che si accompagnano alle festività natalizie, con tombolate, festeggiamenti, veglioni».
Insomma, è andata, anche se le polemiche e le proteste non mancano e non si placheranno tanto facilmente. In particolare, i Governatori protestano per gli impianti da sci, per le restrizioni troppo…restrittive, per il no ai ricongiungimenti delle famiglie.