L’insegna di fine dining guidata dal cuoco stellato sarà il primo passo del progetto di riqualificazione di Palazzo Boldieri Malaspina Bottagisio, curato dal Gruppo Soave Property. Partenza prevista per inizio autunno. Tra i menu, un omaggio alla città scaligera. Una cantina storica tra gli scavi archeologici, con 650 etichette e spazi per eventi e degustazioni. Materie prime 100% naturali e selezionate, grazie alla partnership con l’azienda di agricoltura sostenibile Tretener.
Iris. Un fiore spontaneo tipico di Verona. Un suono delicato. Un’armonia di colori e profumi. Così si chiamerà il nuovo ristorante di fine dining guidato da Giacomo Sacchetto, che ha trovato casa nel capoluogo scaligero, nel quattrocentesco Palazzo Boldieri Malaspina Bottagisio, prospiciente lo storico Ponte Navi, sul fiume Adige. Qui, all’angolo tra Stradone San Fermo e via Leoni, a pochi passi da Piazza Erbe e dall’Arena e lungo quello che fu il Cardo (letteralmente “cardine”, “punto cardinale”, “polo”) dell’antica città di epoca romana prende forma, appunto, un nuovo polo del gusto e dell’ospitalità.
Sacchetto, che lo scorso marzo aveva annunciato la separazione dal Ristorante La Cru (1 Stella Michelin conquistata a un anno dall’apertura, Stella Verde Michelin per la sostenibilità, Tre Cappelli per l’Espresso e Due Forchette per Gambero Rosso), oggi chiuso, si è spostato dalle colline della Valpantena alla città, dove ha lavorato incessantemente al nuovo concept, che s’inserisce nel piano di recupero e riqualificazione di uno dei più prestigiosi edifici del centro, per decenni in stato di abbandono. Un progetto ambizioso e che vedrà ancora diverse novità, trasformato in realtà dal Gruppo Soave Property, guidato dall’imprenditore e manager Bruno Soave, che è al centro di alcune delle più importanti operazioni di valorizzazione di beni storici nel Veronese e attivo anche a livello internazionale.
L’esperienza gourmet di Iris Ristorante a Palazzo Soave (anticipazione del re-branding dell’interno complesso) sta prendendo forma a gran ritmo, plasmata dalla filosofia del giovane chef, da sempre imperniata su tre parole d’ordine: concretezza, ricerca, territorialità. “Proprio al nostro territorio e alle sue produzioni agricole e artigianali, rilette in chiave creativa – anticipa chef Sacchetto – sarà dedicato uno dei tre tasting menu della nuova insegna. Gli altri due percorsi degustazione vedranno protagonisti uno l’incontro tra il pescato nostrano e l’orto e l’altro la mia fantasia, con piatti creati all’impronta. Sarà disponibile anche una scelta alla carta.
pranzi feriali, inoltre, proporremo un light lunch di due portate più un assaggino salato e uno dolce, che cambieranno ogni settimana. E anche un percorso degustazione smart, composto da quattro portate, a un prezzo piuttosto abbordabile”.
Pluristellato, con Verona nel cuore
Giacomo Sacchetto, veronese, classe 1985, sin da ragazzino non ha dubbi: la cucina è la sua passione.
Il lungo percorso formativo, che gli conferirà il titolo professionale di “Cuoco Enogastronomico”, è costellato da numerose esperienze di stage di livello, come quella presso il Ristorante Le Calandre di Rubano, Padova (3 Stelle Michelin), Foliage a Londra (1 stella Michelin), Locanda Margon a Trento (2 stelle Michelin, Damini e Affini ad Arzignano (1stella Michelin).
Dal 2004 al 2019 ha lavorato in molti ristoranti di punta di tutta Italia.
Più volte è stato a Verona e provincia lavorando con lo chef Perbellini per due volte a distanza di anni, comparendo anche su Gambero Rosso Channel. Ultima avventura al ristorante La Cru in Lessinia. Ora torna nel cuore di Verona.