Gennaio è un mese sospeso tra passato e futuro, un momento di ripartenze e aspettative che, anche nella nostra città, propone un interessante calendario di percorsi visivi già inaugurati o in fase di avvio. Il tour inizia nel centro storico, al palazzo della Gran Guardia, in piazza Bra, con l’esposizione fotografica “Robert Doisneau”, curata da Gabriel Bauret. Il progetto, approfondito in queste pagine nelle scorse settimane, presenta oltre cento iconici scatti in bianco e nero della Parigi di metà Novecento. Sempre in piazza Bra, a Palazzo Barbieri, è visibile la mostra “Luigi Trezza Architetto e Ingegnere a Verona” che ripercorre la poliedrica vicenda di una delle tante eccellenze cittadine. Una breve passeggiata ci porta al Conservatorio “E.F. Dall’Abaco” per la recente inaugurazione di “Callas e Verona. La nascita della Divina”, esperienza immersiva alla riscoperta dell’intenso rapporto tra Maria Callas e la nostra città. In un altro luogo di cultura, al Museo di Castelvecchio, le miniature inserite nel percorso “Girolamo dai libri, circa 1501”, in una logica di alternanza legata a esigenze conservative, sono state sostituite con esemplari diversi. Questa sezione e quella parallela, allestita all’interno della biblioteca universitaria “Arturo Frinzi”, rimangono aperte fino ad aprile 2024. Prorogati i percorsi “L’arte dell’ingegno. La collezione Clavis e altri tesori” (a Castelvecchio, fino al 2 giugno) e “Arturo Frinzi. Chi era costui?” (Biblioteca universitaria, per tutto febbraio). Rimanendo in centro città, troviamo alla GAM (Galleria d’arte Moderna) “Giulio Paolini et in arcadia ego” (approfondito nelle scorse settimane) e “Contemporaneo non-stop. Il respiro della natura/Aria” (che tratteremo prossimanente). Non distante, in Regaste Redentore, nel “Museo Archeologico al Teatro Romano” ci sono ancora molti mesi a disposizione per visitare “Immagini di terracotta” mentre al Museo degli Affreschi “G.B. Cavalcaselle”, fino ad aprile, è disponibile al pubblico “Oltre Caroto. Il disegno sotto il colore”. Spostandoci in provincia, a Palazzo Fioroni di Legnago, termina il 28 gennaio “Sculture e gioielli dagli anni ’70 ad oggi”, personale dell’artista Piera Legnaghi. Tre le proposte delle gallerie d’arte segnaliamo: “Poem without word” allo Studio la Città (visibile fino al 27 gennaio), “Toti Scialoja, Impronte. Opere 1957-1963” alla Galleria dello Scudo (visitabile entro marzo 2024 e che esploreremo quanto prima), “Looking up” ad Artericambi Gallery (chiude a gennaio) e “Wunderkammer: esposizione di mirabilia quotidiane” a Spazio Qui (aperta nelle sole giornate del 3 e 4 febbraio). Ritorna per tutto febbraio, da “Amo Bistrot” in vicoletto Due Mori, “Amo l’Arte” con opere digitali del veronese Andrea Gnesato. Rimangono visitabili a Eataly Art House, “Anastasiya Parvanova. Fili ife e grifi” (fino al 28 gennaio 2024), “Premiere” (dedicata alla scena emergente italiana) e “La leggerezza dell’arte” (su Bruno Munari). Invece, per le imminenti commemorazioni legate al “Giorno della Memoria”, la Biblioteca Civica propone la mostra documentaria “Tracce e memorie del ghetto” e il percorso storico-documentario “Ebrei e città. Le vicende urbanistiche del ghetto di Verona”. Su tematiche analoghe, al Polo Zanotto dell’Università, è visibile fino al 2 febbraio la mostra fotografica “Porrajmos, lo sterminio dimenticato dei romani”. Chiude la carellata il progetto “Play Zeno Cosini. La vita non è né brutta né bella, ma è originale” (già esposto nel Salone della Comunità Ebraica e negli spazi della Società Letteraria) ora allestito all’Educandato agli Angeli e legato al protagonista del celebre romanzo di Italo Svevo “La coscienza di Zeno”.
Chiara Antonioli