Quel giorno il Napoli, che in classifica insegue il Milan a un punto, è impegnato nell’insidiosa trasferta di Bergamo contro l’Atalanta, mentre in contemporanea i rossoneri tentano di espugnare il Dall’Ara di Bologna. Il duello tra le due squadre, appendice del testa-a-testa dello scudetto 1987-88, conquistato da un Milan in rampa di lancio verso i successi dell’era di Arrigo Sacchi, continua da diverse giornate.
La gara “in giallo”
Il Napoli, in tenuta rossa, sfida un’Atalanta che, reduce dall’umiliante 7-2 subito a San Siro dall’Inter, cerca il riscatto davanti al pubblico amico. Gli uomini di Emiliano Mondonico non concedono nulla ai papabili campioni d’Italia. Nella ripresa, il Napoli tenta di farsi avanti, ma paga l’assenza di Careca, non riuscendo a capitalizzare le poche occasioni create. La partita si trascina stancamente sullo 0-0 fino al 32’ del secondo tempo, quando parte dalla curva atalantina un lancio di oggetti contro i “terroni” partenopei. Una monetina da 100 lire rimbalza sulla testa di Alemão: è il momento topico dell’incontro. Il brasiliano si tocca il capo con la mano destra, viene soccorso dal massaggiatore sociale Salvatore Carmando e si accascia per terra. C’è chi dice che Carmando, vecchio volpone, gli urli “resta a terra, non alzarti’. Bigon lo sostituisce con Zola, per permettergli di essere ricoverato al reparto neurologico dell’ospedale di Bergamo, dove gli viene riscontrato un lieve trauma cranico.
.Il regolamento parla chiaro: le società sono responsabili delle proprie tifoserie e il lancio di oggetti in campo è punito con la sconfitta a tavolino della squadra che le rappresenta. Per il Napoli è l’occasione di trasformare il pareggio fischiato da Luigi Agnolin pochi minuti dopo l’uscita del brasiliano, in vittoria.
Sette giorni dopo, il Milan di Sacchi perderà a Verona, in una partita passata alla storia. La vittoria a tavolino di Bergamo diventerà praticamente decisiva per il Napoli. Quando uno scudetto si vince con “sole” 100 lire…