Nanu racconta. Nanu ricorda. Nanu non dimentica. “Eh, quando sono arrivato al Verona, ero un ragazzino. Sì, venivo dalla Juve, ma ancora tante cose le dovevo capire”.
E trovò “maestri” straordinari. “Non potevi sbagliare, ci pensavano loro” sorride. “Perchè stare in uno spogliatoio vuol dire tante cose, capire come muoversi, cosa dire, quando parlare. Cosa fare o non fare. E lì dentro c’era gente che, se mettevi male il piede, ti prendeva per un orecchio”.
Dice proprio così. “Il Volpe, il Fonto, lo stesso Tricella che era più giovane di loro, se c’era bisogno ti indicava una strada. Un giovane ne ha bisogno, perchè a quell’età hai ancora tutto da imparare”.
E poi, aggiunge, “…questi ti sgridavano se serviva, ma quando c’era da difenderti, guai a chi ti toccava”. E ricorda a Roma, contro Falcao. “Mi fa un’entrata durissima e allora ci penso Pierino…”. Già Fanna. “La palla era lì, mezza e mezza, io entro duro, Falcao non si tira indietro, morale, gli faccio uno “sbrego”, 5 punti e immaginatevi che polemiche. Non avevo fatto apposta, non ero uno che faceva tnti falli io, anzi, ne subivo molti di più. Quella volta andò così, ma mi ero spaventato per Nanu, l’aveva fatto volare contro i tabelloni…Alla sera, alla Domenica Sportiva, sembrava che fosse successo chissà cosa…”.
Ascoltarli è sempre un piacere. “Ti ricordi, Piero – dice Gigi Sacchetti a Fanna – quella volta con Passarella?”.
“Eh, quella volta lì – ride Fanna – mi son dovuto difendere da solo. Ma Passarella m’ha strappato i pochi capelli che m’erano rimasti…”.
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