Nel mare magnum di piattaforme streaming sulle quali trovare chicche imperdibili del cinema di ieri e di oggi, non possiamo permetterci di non citare MUBI.
MUBI: cos’è e come funziona
Nata come esperimento per quei cinefili desiderosi di accedere in ogni momento alla loro selezione di film d’autore preferiti, la piattaforma è cresciuta rapidamente in popolarità e abbonati, fino a diventare anche casa di produzione e distribuzione di parte di quel cinema che oggi si definisce indipendente e non- commerciale.
Insomma, se cercate qualità e sguardo autoriale, MUBI saprà darvi di certo soddisfacenti visioni, con un cartellone sempre ricco di opere di livello, tra film d’epoca restaurati, grandi successi e nuovi esordi. Piccolo consiglio: quando trovate un film che vi interessa vedere, guardatelo subito!
La programmazione MUBI, infatti, ogni 30 giorni prevede la sostituzione di alcuni film con nuove proposte: una strategia pensata per soddisfare tutti i gusti e per garantire una varietà di prodotti che difficilmente oggi si trova in altri servizi di streaming.
Shiva Baby (2020)
Danielle è una giovane ebrea costretta a partecipare a una shiva – un funerale in casa – insieme ai suoi genitori. Lì incontrerà il suo sugar daddy, sposato con figli, e la sua ex ragazza, con la quale non si erano lasciate nel migliore dei modi.
Esordio al lungometraggio di Emma Seligman, Shiva Baby è il folle racconto di un pomeriggio di rese dei conti, disequilibrio e lotta al sistema. Il sistema è quello della società contemporanea, con focus sulla comunità ebraica, sulle sue regole e sugli sgradevoli equilibri sociali che si creano durante un’occasione pubblica come un funerale. Il disequilibrio è quello di Danielle, sfuggente come tutte le sue relazioni, che qui sarà costretta a fronteggiare una resa dei conti con il suo passato e con la sua incapacità di decodificare – e dunque abitare – la realtà che la circonda.
E se l’inadeguatezza pervade tutti gli strani personaggi del film, Danielle ne diventa baluardo, impersonando così tutto il disagio e l’incapacità di collocazione di una giovane generazione che, per quanto si sforzi, sembra non essere mai stata educata a vedere al di là dell’immediata ed egoistica contingenza.
How to have sex (2023)
Con un anno scolastico appena concluso e l’estate davanti, Tara, Skye ed Em decidono di andare in vacanza a Creta, meta di un turismo giovanile fatto di alcool, locali notturni e socialità.
Estate e adolescenza: momento di scoperte personali, divertimento sfrenato e nuove, inaspettate esperienze. Abbraccia in pieno la freschezza della vitalità giovanile il film d’esordio di Molly Manning Walker, che nel suo essere una forse canonica storia di formazione affronta il tema della sessualità e del consenso giovanile in maniera delicata e necessaria; narrando le diverse dinamiche d’esperienza dell’intimità femminile, il film riesce ad attraversare anche il tema della consapevolezza di sé, del proprio corpo e di quello degli altri, inquadrando in maniera precisa una stagione dolceamara della vita che, volenti o nolenti, determina in buona parte la versione adulta di noi stessi.