“In Agec i Consiglieri di amministrazione di Sboarina sperperano di centinaia di migliaia di euro per licenziamenti illegittimi e bizzarre consulenze. Nel frattempo l’azienda è in vertenza contro i suoi lavoratori, a cui deve un sacco di soldi, ma non ha i fondi per sistemare 400 appartamenti sfitti che servirebbero ai veronesi indigenti”.
A denunciarlo stamattina in una conferenza stampa a Palazzo Barbieri Flavio Tosi, che però ha sottolineato “come l’attuale presidente Maurizio Ascione, in carica da pochi mesi, nulla c’entra con la pregressa mala gestio”.
Tosi piuttosto si riferisce “ai Consiglieri di Amministrazione nominati dal Sindaco Sboarina, i quali – come ha stabilito di recente una sentenza del Tribunale del Lavoro – a suo tempo licenziarono con una procedura illecita l’allora direttore generale Maria Cristina Motta, che ora ha diritto di rivalersi su Agec con un risarcimento di svariate centinaia di migliaia di euro. Aspettiamo che venga stabilita la cifra esatta per chiedere alla Corte dei Conti che intervenga nei confronti proprio dei Consiglieri di Amministrazione che votarono quella procedura illegittima. Va invece dato atto e merito all’attuale Presidente Ascione di essere stato contrario a quel licenziamento”.
Riguardo altri sprechi dell’ente, Tosi poi ha mostrato alla stampa una determina del 2020 (prima della Presidenza Ascione) dei vertici aziendali “su una consulenza per 100 mila euro in materia di organizzazione del lavoro e del personale”. “Mi chiedo – ha detto Tosi – se è moralmente accettabile che un’azienda pubblica come Agec, che non ha soldi per sistemare 400 appartamenti sfitti che potrebbero essere destinati alle famiglie veronesi in difficoltà, e che ha aperta una vertenza sindacale perché ha sottratto soldi ai suoi lavoratori, possa sprecare centinaia di migliaia di euro tra rimborsi per licenziamenti illeciti e strane consulenze”.
Ha concluso Tosi: “Questi sprechi s’inseriscono perfettamente nella generale mala gestio delle aziende pubbliche sotto l’Amministrazione Sboarina. Pensiamo a quanto accaduto in Agsm, dove è stato indetto un bando costato 50 mila euro per la nomina del nuovo direttore generale, salvo poi ripiegare su una scelta interna e non farsene nulla. Oppure a Solori, dove si è assistito a un valzer dilettantesco: prima il licenziamento, anche in quel caso illegittimo, del Dg Tatini, poi la nomina tramite concorso del nuovo Dg, che però non aveva i titoli e ha dovuto dimettersi, e infine il reintegro di Tatini”.