MotoGP: Rossi, Marquez, Acosta… e ancora Marquez

MM93 colpisce ancora. L’annuncio, di circa un mesetto fa, del passaggio dello spagnolo al Team Factory di Ducati, ha lasciato basiti gli appassionati, provocando una sorta di reazione a catena fra i destini incrociati degli alti rider del circuito della MotoGP.

Martin e Bezzecchi sono finiti in Aprilia; Bastianini e Viñales in GasGas, subalterni dell’”erede” al titolo Pedro Acosta. Questi fatti, al di là della pura cronaca, meritano di essere analizzati con un po’ più di attenzione per la situazione che verrà a delinearsi nei prossimi mesi e per le implicazioni sottili legate a questa scelta, forse, inaspettata.

Lato Ducati: la motivazione ufficiale rilasciata da Dall’Igna è la volontà della casa bolognese di puntare su uno dei piloti migliori del paddock che ha dimostrato, in appena poche gare, di saper dominare un mezzo per lui tutto nuovo, dopo anni di permanenza in Honda.

Impossibile contraddire questa affermazione. Soprattutto, se pensiamo che con la stessa moto (quella del 2023) il fratello Alex, Di Giannantonio e Bezzecchi stanno un poco arrancando e che con la versione di quest’anno Franco Morbidelli sta facendo pure peggio. Marc è pur sempre un otto volte campione del mondo e il suo talento non si discute.

Eppure… La sensazione è che, dietro a questa verità si celi anche una strategica operazione di marketing e un gioco di sponsorizzazioni pesanti. Marquez è da sempre legato a Repsol. Il marchio, ormai da trent’anni sponsor di Honda, si separerà dalla casa di Minato proprio nel 2025. Certo, non è un sillogismo perfetto, ma la sintesi appare chiara.

La cosa, onestamente, lascia anche agli italiani un po’ di amaro in bocca. Le alternative nostrane erano tantissime e tutte valide. La stessa conferma di Enea sarebbe stata più che appropriata. Anche perché se Ducati avesse veramente voluto fare le cose per bene, avendo già in casa il centauro più forte, Bagnaia, il Campione del Mondo e sulla carta l’uomo da battere, avrebbe in tutti modi provato ad accaparrarsi proprio Acosta che, per come guida e per le sensazioni che trasmette, in prospettiva è il vero e proprio successore del Cabroncito, all’interno della linea dei Fenomeni: Valentino, Marc, Pedro.

Lato Marquez: Straordinaria e tremenda la sua scalata al potere e lo sbaragliamento di tutte le carte dal suo arrivo a Borgo Panigale. Dal suo punto di vista è giusto puntare al massimo. Come pilota è straordinario e dopo qualche anno di difficoltà, si è rimesso in carreggiata come solo i migliori sanno fare e come peraltro ha fatto Rossi in Yamaha nel 2013.

Restare in una squadra satellite per lui significa chiaramente essere scesi in Serie B e sarebbe significato uscire dai radar nel giro di poco tempo. Ha voglia di rivalsa, desiderio di superare The Doctor e ora ha anche tutto per farlo. Da patrioti, speriamo ovviamente che questo non succeda, ma con la moto migliore e quel fuoco inestinguibile che si porta dentro, saranno scintille vere.

«Dopo il semaforo, scatenate l’inferno». (Guido Meda)