In ricordo del campione Ayrton Senna, il Mauto di Torino inaugura la più grande mostra mai dedicata alla più amata stella del firmamento dei motori.
Mostra “Ayrton Senna forever” a Torino
Nel 2005, il celebre giornalista Leo Turrini dava alle stampe una monografia dedicata a Michael Schumacher. Il sottotitolo era: la leggenda di un uomo normale. È quasi ironico e potrebbe sembrare un po’ irriverente menzionare, all’inizio di un articolo dedicato ad Ayrton Senna, colui che in quel lontano 1994 era già diventato una nemesi per il campione brasiliano.
Colui che quel mondiale, segnato dal sudore e dalle lacrime, lo vinse dando avvio ad una carriera unica e sfolgorante, per diventare il più grande nella storia della F1.
A distanza di trent’anni, era necessario, però, stabilire un termine di paragone. Era necessario stabilirlo con il migliore per far capire, anche a quei lettori che conoscono meno la storia, quanto il brasiliano fosse speciale. Perché Senna era tutt’altro che un uomo normale. Era una Star, una Superstar. I tanti esperti del settore e coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di vederlo compiere gesta gloriose hanno ribadito più volte: «sono stati tanti i piloti forti, i campioni, ma lui era qualcosa di più». Più di un semplice pilota, un fenomeno, un simbolo.
Del tedesco a colpire, in pista e nella vita privata, sono sempre stati certamente la sua abilità e il suo genio alla guida della monoposto, ma anche la sua calma, la capacità di restare freddo e distaccato di fronte alle situazioni più complicate, il suo desiderio di privacy, lontano dai riflettori. Senna, invece, era un po’ tutto il contrario.
A parità di talento che, in estro creativo e genialità espressiva, superava, forse, anche quello di Schumi, Ayrton era diretto, impetuoso, travolgente. In grado di coinvolgere ed esaltare le folle, di essere applaudito e amato a ogni latitudine, nonostante le scelte spesso
controcorrente. Senna non solo viveva con le corse, ma viveva delle corse e in quella
professione, in quella realtà metteva tutto se stesso, pregi e difetti; in modo autentico e
passionale. E questo la gente lo sentiva: vedeva l’uomo ancor prima del pilota, il tormento
prima del talento, il dramma prima dello spettacolo. Perché, come molto spesso accade nel
cinema e durante la visione di un film, il plauso e la simpatia dello spettatore vanno a quell’interprete che più di ogni altro è in grado di abbattere la barriera invisibile, ma talvolta infrangibile, dello schermo.
Quando visitare la mostra
Visitabile fino al prossimo ottobre, la mostra allestita dal Mauto, il Museo Nazionale
dell’Automobile di Torino, è uno scrigno di tesori raccolti a testimonianza di quanto detto sopra.
Le vetture, le tute, i memorabilia di una carriera e di una vita. Oggetti in grado di comunicare grandezza e malinconia, bellezza e oscurità. Cimeli che dimostrano ancora una volta come l’essere umano si nutra del ricordo dolceamaro del passato, di come le favole corrano attraverso il tempo, di come il mito, la leggenda, il sogno siano e restino vivi.