Val D’Alpone e Val Tramigna, due valli da vivere e da gustare. Coldiretti Verona ha organizzato un convegno a Montecchia di Crosara per parlare delle eccellenze enogastronomiche che qui vengono prodotte. Un appuntamento che si rinnova ogni anno con nuovi spunti di riflessione e che ha visto un nutrito parterre di esperti parlare di tipicità e sostenibilità dei prodotti agricoli dell’est veronese. Sono intervenuti i presidenti dei Consorzi di Tutela del Soave, Sandro Gini, del Lessini Durello, Diletta Tonello, il Presidente dell’Associazione Ortofrutta Veneta, Stefano Faedo, il Presidente di Aipo, Enzo Gambin e il Consigliere della Regione Veneto, Enrico Corsi. Al centro della serata, dunque, i prodotti che nell’areale sono vere e proprie icone enogastronomiche: i vini bianchi tipici della zona, la ciliegia e l’olivo. Enzo Gambin e Stefano Faedo si sono soffermati sulla produzione frutticola dei 54 comuni presenti sull’arco collinare dove sui 1309 ettari destinati ai ciliegeti sussistono circa 2mila aziende, per lo più di piccole dimensioni, dedicate a questa coltura. Negli ultimi due anni il mercato cerasicolo ha dato segnali di una leggera ripresa rispetto al crollo dovuto alla piaga della Drosophila. Ma la zona è particolarmente vocata anche alla produzione di olio. “Qui le condizioni ambientali permettono di ottenere oli di alta qualità – ha detto Gambin – Basti pensare che pochi mesi fa Aipo ha collaborato con il Gruppo Alpini di San Giovanni Ilarione alla realizzazione del primo concorso dedicato all’Olio dei Basalti. Sono oli che si ottengono da piante coltivate in un particolare areale della Val D’Alpone dove i terreni sono particolarmente ricchi di minerali come appunto basalti, trachiti e calcari provenienti dalla disgregazione delle rocce dei vulcani Calvarina e Monte Crocetta”. Faedo si è soffermato sull’impegno che l’Associazione Ortofrutta Veneta e Coldiretti Verona stanno mettendo nella promozione della frutta tipica della zona. “La strada è ancora lunga e complessa – ha detto – Al momento il riconoscimento dell’Igp della Ciliegia delle Colline Veronesi è al vaglio della Regione e del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare. Si sta infatti approfondendo il legame storico tra il nome del frutto e il territorio per arrivare un domani a considerarlo un vero e proprio bene immateriale”.