Tutto come previsto da La Cronaca. E però, nonostante questo foglio sia stato l’unico a schierarsi apertamente contro l’invasione dei monopattini – non contro il mezzo in sé – siamo stati purtroppo facili profeti. Il caos, di più, l’anarchia dei monopattini è stata legalizzata dal governo e chi come la nostra giunta comunale ha dato anima e corpo per far arrivare in città 1.400 mezzi in appena tre mesi (chissà come mai…), ora dovrà fronteggiare una jungla ancor più pericolosa di quanto non sia stata fino adesso.
Pd e M5S, tramite il decreto Micromobilità, hanno deciso di equiparare i monopattini alle biciclette e dunque, per farla breve, da qualche giorno i monopattini possono essere utilizzati da chiunque e su qualsiasi strada a eccezione delle aree pedonali (dove comunque è evidente che continueranno a circolare) e ovviamente di tangenziali e autostrade, anche se data la follia contemporanea non è da escludere che qualche zucca vuota si prodighi in simili scelleratezze.
PORTE SPALANCATE AI GESTORI
Palazzo Barbieri si lamenta, attacca l’esecutivo e ne ha ben donde, ci mancherebbe: Roma ha emanato l’ennesimo provvedimento dannoso per l’Italia. Sennonché vien da chiedersi se il sindaco Sboarina e la sua squadra non potessero essere un tantino più avveduti prima di spalancare le porte (chissà poi come mai) alla pletora di gestori delle “schegge a due ruote”. Che motivo c’era di dannarsi l’anima per catapultare a Verona 1.400 monopattini in una novantina di giorni? Era davvero questa la priorità in termini di viabilità? L’assessore al Traffico Zanotto sostiene che col decreto Micromobilità il governo ha vanificato il decalogo che l’amministrazione aveva pattuito coi gestori dei monopattini. Certo, è un dato di fatto, ma sinceramente cos’aveva prodotto questo decalogo?
INCIVILTA’
Molta gente, e purtroppo non solo ragazzini, hanno continuato a salire sul monopattino in due, la sosta è rimasta pressoché selvaggia (riconosciamo soltanto un leggero miglioramento), ci sono stati incidenti, gli utilizzatori se ne sono altamente fregati dalle “aree 30”, gli incivili hanno perseverato a scagliare i mezzi nell’Adige e qualcuno li ha infilati nei cestini dell’immondizia. Per non parlare del disagio vissuto dai vigili, i quali anziché garantire veramente la sicurezza pubblica sono stati costretti a rincorrere gli indisciplinati della “mobilità green”. Ovviamente non è colpa del sindaco se viviamo in uno Stato in cui il rispetto delle regole vale zero, però una buona amministrazione dovrebbe essere lungimirante, non può limitarsi a incolpare il governo per un problema in gran parte creato da se stessa.
VERONA «CAPITALE EUROPEA»?
Palazzo Barbieri ha avviato la cosiddetta “sperimentazione” dei monopattini il 22 settembre dopo che a Milano la “sperimentazione” era già fallita, tanto che il sindaco Sala dopo poco tempo ha ritirato i mezzi salvo rimetterli in circolazione prima delle feste di Natale con risultati nuovamente disastrosi. Milano non è distante: chi di dovere poteva andare a dare un’occhiata per farsi un’idea. È forse l’importazione di massa di monopattini a fare di Verona «una capitale europea» (proposito di Sboarina in campagna elettorale)? Giusto per informazione: in Svizzera il principale operatore di noleggio, dopo numerosi incidenti, ha ritirato i monopattini dalla circolazione. In Inghilterra ormai possono circolare solo in aree private. In Germania, Austria e Belgio ci sono regole ferree (che vengono rispettate) e se i mezzi escono dalle aree consentite scattano seri sistemi d’allarme. Diamo uno sguardo anche fuori dal Vecchio Continente, che magari qualcuno alle prossime elezioni cittadine non voglia lanciare l’idea di «Verona capitale mondiale»: a New York i monopattini sono off-limits così come in molte altre città degli States, dove ci sono stati incidenti mortali (come nell’europea Francia). In Israele, invece, usano i monopattini quasi esclusivamente il sabato, quando non circolano i mezzi pubblici.
Alessandro Gonzato