Purtroppo siamo stati facili profeti. Dei rischi legati all’uso sconsiderato di monopattini e segway, da noi ribattezzati “schegge a due ruote”, ne avevamo ampiamente parlato già in estate. Non serviva chissà quale esperto di mobilità sostenibile per evidenziare i pericoli che si sarebbe portata appresso l’introduzione massiccia di questi mezzi di trasporto. Che, lo sottolineiamo ancora una volta, sono senza dubbio divertenti – non siamo certo contrari alle novità – e sicuramente rispettosi dell’ambiente, ma perché le innovazioni portino risultati positivi devono sussistere anche un insieme di fattori. Prima di tutto, affinché i monopattini possano circolare in sicurezza, serve che i Comuni e le relative polizie municipali lavorino per tempo e con decisione al fine di informare i cittadini sulla novità e sconsigliare caldamente di trasgredire le regole. Negli Stati Uniti, in Francia e in Inghilterra, dove i monopattinatori sono già una realtà da diversi anni, prima di consentire la messa in strada dei mezzi è stata fatta un’opera di sensibilizzazione e deterrenza massiccia. Chi frequenta i Paesi in questione, ma non serve neanche passarvi un lungo periodo per rendersene conto – basterebbe farvi una capatina costruttiva – sa benissimo che nessuno si sognerebbe di stare in equilibrio sui monopattini portando un altro passeggero o parlando al cellulare, nefandezze alle quali invece abbiamo subito assistito a Verona. E dire che negli States gli incidenti che con protagonisti monopattini e segway sono comunque 10 mila all’anno. In America e in Francia, poi, ci è già scappato il morto. In Italia persino Comuni all’avanguardia come quello di Milano, fino alla stesura e alla diffusione di nuove norme e regolamenti specifici, sono stati costretti a ritirare i monopattini dalla circolazione: torneranno a dicembre. La novità principale è che tutti i veicoli in sharing non potranno essere parcheggiati liberamente (a differenza di ciò che avviene a Verona), ma dovranno essere prelevati e lasciati in stalli dedicati.
Questo, in particolare, all’interno della cerchia dei Navigli, dove gli spazi sono ridotti e i marciapiedi particolarmente affollati. I monopattini, a Milano, potranno circolare in tutta la città nelle strade con il limite dei 30 chilometri orari, sulle piste ciclabili e, a 6 chilometri di velocità massima, nelle aree pedonali. Esclusi dalla circolazione i marciapiedi e tutte le altre strade in cui si mescolerebbero al traffico automobilistico. Inoltre il numero dei monopattini in sharing non potrà essere superiore a 2 mila. L’incidente avvenuto tra due monopattini mercoledì pomeriggio tra via Battisti e Corso Porta Nuova – protagonisti due ragazzini – è il secondo di una certa rilevanza in pochi giorni nella nostra città. Ad avere la peggio è stata una 16 enne ferita alla testa: le auguriamo una pronta guarigione. La dinamica dovrà essere accertata nel dettaglio, ma è normale, anche se per nulla giustificabile, che se i ragazzini vedono gli adulti sfrecciare selvaggiamente si sentano legittimati a fare altrettanto. È scontato che se i monopattini possono essere scaraventati liberamente dopo l’uso su marciapiedi e piste ciclabili si crei l’anarchia. Oltretutto gli incivili che li “parcheggiano” a casaccio rendono ancora più difficile la vita a chi è costretto a spostarsi in carrozzina. L’impressione è che al momento la città non sia ancora pronta alla novità. Se Milano si è data del tempo crediamo che non sarebbe certo una vergogna se ci pensasse anche il Comune di Verona. L’improvvisazione è uno dei grandi mali dei nostri tempi. E l’introduzione massiccia dei monopattini in città è stata decisamente improvvisa…