Dopo la serata di riposo di domenica 31, continuano fino a sabato 6 agosto al Teatro Romano le repliche di Opus Cactus, capolavoro di Moses Pendleton che i Momix ripropongono nella nostra città a distanza di quindici anni dalla prima europea che ebbe luogo proprio a Verona nel 2001. La serata si apre, tutte le sere, con un omaggio a Shakespeare: un magico pas de deux dove Rebecca Rasmussen e Steven Ezra vestono i panni di Giulietta e Romeo. Poi ha inizio lo spettacolo scandito da ritmi tribali , rituali col fuoco e danze iniziatiche provenienti dai più remoti luoghi della terra, che ci proietta dal deserto dell’Arizona a tutte le più importanti superfici desertiche. Interpreti di altissimo livello di una danza originale e innovativa, i Momix incantano da anni il pubblico dei teatri di tutto il mondo con le loro creazioni magiche e spettacolari. In grado di coinvolgere tutti i tipi di pubblico, dall’appassionato di danza allo spettatore casuale, e di tutte le età, dal bambino all’adulto, in Opus Cactus questi strepitosi ballerini sono in grado di tramutarsi, grazie ai costumi di Phoebe Katzin, in strani rettili striscianti, in variopinte specie di flora e fauna, in imponenti cactus e minacciosi uccelli-totem che si innalzano fendendo albe poetiche ed inquietanti tramonti di fuoco, svelando i pericoli, ma al contempo la straordinaria sensualità, mista a humour e bellezza, di un mondo celato dietro la propria vastità. Sul palco, gli effetti luce creati da Joshua Starbuck, Woody Dick III e dallo stesso direttore artistico Pendleton, mostrano un deserto ora nell’accecante luce del giorno, ora nel blu della notte.
L’accompagnamento musicale spazia da Bach a Brian Eno (The drop), dai Dead can Dance (The serpent’s egg) a Peter Buffet (Spirit Dance), da danze tribali degli indiani d’America a brani di altre culture “desertiche” come quella degli aborigeni australiani.
In sei serate di spettacolo – dal 25 al 30 luglio – le presenze a Teatro sono state già ottomila. Per le repliche di questi ultimi giorni, sono ancora disponibili dei posti in gradinata, mentre la platea è esaurita.