Una mobilitazione generale dalle Circoscrizioni ai sindaci della Valpantena e della cintura veronese per evitare che il Traforo esca dai programmi dell’Amministrazione comunale ma rimanga la priorità per collegare l’est e l’ovest della città. Promettono battaglia in consiglieri regionali del centrodestra anche a costo di promuovere un referendum per chiedere ai cittadini se i 54 milioni che il Comune ha deciso di spostare debbano andare per la strada Gronda scelta dal Comune o per il passaggio a nord della città. Questa mattina il centrodestra rappresentato da Enrico Corsi della Lega, Daniele Polato di FdI, Alberto Bozza di Forza Italia e poi Valdegamberi e Piccinini hanno criticato il sindaco Tommasi “per aver fatto le cose di nascosto” ma non sono entrati nel merito del dettaglio tecnico per la soluzione migliore per un passaggio stradale sotto le Torricelle. “Ci penseranno i tecnici”.Il problema è politico e qui lo scontro è fortissimo.”Noi abbiamo chiesto al Ministero delle infrastrutture con una lettera se fosse possibile integrare le risorse per il Traforo delle Torricelle e ci è stato risposto che avevano ricevuto la richiesta del Comune per spostare i 54 milioni tenuti a bilancio dall’A4 per il passante”. “E’ stato così-ricostruisce Corsi che è stato assessore comunale al Traffico- che siamo venuti a sapere del blitz di Tommasi che senza interpellare nessuno, né il Consiglio comunale né le categorie ha scritto al Ministero per fare la strada di Gronda alla Marangona”. “Un’opera – ha spiegato Bozza – che nulla c’entra con il passaggio da est a ovest della città ma che riguarda un collegamento tra Verona sud e Verona nord per cui si potevano chiedere i finanziamenti alle due autostrade. Togliere invece i 54 milioni al passaggio sotto le Torricelle significa non comprendere quali sono le priorità di Verona e dei suoi cittadini e mettere una pietra tombale sulla possibilità di reperire risorse”. “Una decisione inaccettabile contro la quale parte una mobilitazione generale – rivela Corsi, – dal momento che lunedì 6 novembre si troveranno in Provincia, Sala Rossa, i sindaci interessati al Traforo, da Grezzana a San Martino, che chiederanno di tenere in vita il progetto”.
“Tommasi ha agito di nascosto. Gronda, dove sono gli studi?”
Nei sondaggi inoltre (compreso quello della Cronaca di Verona tra i suoi lettori-ndr) il Traforo ha il 90% dei consensi”.E c’è un aspetto tecnico legato al filobus: “Con il filobus in via Mameli resteranno solo due corsie di marcia, una per direzione. Significa che ogni corsia potrà smaltire 1200 auto l’ora, ma qui ne passano 3.500 auto l’ora. Dove andranno? Quindi dire no al traforo significa anche azzoppare il filobus”. Oppure, come aggiunge Bozza, “isolare il quartiere di Ponte Crencano, Avesa, Quinzano i cui resistenti non potranno più svoltare su via Mameli per la presenza delle corsie del filobus”.Ma i consiglieri del centrodestra non si sono addentrati in soluzioni tecniche, restando sul piano del metodo: “Nella lettera di Tommasi al ministero-sottolinea Polato- si sostiene che la scelta per la strada di Gronda è giustificata da analisi e studi sui flussi di traffico. In realtà non esiste alcuno studio che sostenga la strada di Gronda, che tra l’altro è una strada extraurbana. Abbiamo presentato una richiesta di accesso agli atti per capire dove siano queste analisi del traffico”.Una scelta “compiuta senza la minima trasparenza”, rincara Valdegamberi e senza coinvolgere nessuno, quando invece si poteva chiedere tutti assieme al Ministero di avere più risorse per le nostre infrastrutture”.”Hanno deciso tutto da soli, i consiglieri regionali non sono mai stati interpellati: vogliono il fai da te? Noi ci metteremo in mezzo, perché non è questo il modo di amministrare Verona”.Messo da parte il progetto del Traforo autostradale dell’era Tosi, per il quale servirebbero oggi almeno 500 milioni di euro, in Comune c’è ancora il progetto di fattibilità del Traforino dell’Amministrazione Sboarina, che all’epoca poteva costare 110-120 milioni e che prevedeva, questo progetto, l’inibizione del traffico pesante che avrebbe dovuto seguire altre strade. In termine tecnico è stato chiamato Traforino intervallivo. Un progetto di fattibilità di cui ha parlato più volte l’assessore alla Mobilità Tommaso Ferrari che ha rimarcato anche come questa ipotesi presentata dal centrodestra nella scorsa amministrazione prevedesse di inibire il passaggio ai camion e fosse quindi solo automobilistico.
Ferrari: “Non ci sono gli standard”. L’assessore: “Il traforo breve non risponde ai requisiti di norma, faremo approfondimenti”
Ma Ferrari ha assicurato approfondimenti all’interno dell’esame del Piano di assetto territoriale. “Questa ipotesi del Traforo breve non soddisfa i requisiti di qualità e benefici alla viabilità richiesti dalle norme”, ha detto in un dibattito televisivo, e quindi un progetto sarebbe difficilmente approvabile dal ministero.”L’attuale studio che abbiamo in mano per il Traforo breve ha un livello pari a D (la legge prevede una scala di efficacia per le strade che va da A a F per cui quando si scende a livello D, E e F vuol dire che l’arteria non è efficace ma critica-ndr) e quindi non soddisfa i requisiti perché deve essere almeno C. E siccome è sotto ai requisiti richiesti dalla norma, questa è una prima criticità da approfondire. Secondo: il traforo corto prevede nella sua soluzione ottimale l’uscita in via dei Colli (la strada che sale al santuario-ndr), sopra via Marsala ma bisogna indagare meglio il traffico su via Marsala perché, dicono i tecnici, rischia di diventare troppo. Infine, si stima che il traffico veicolare su Veronetta calerebbe del 25%”.A questo punto sarebbe utile? Darebbe grandi benefici o soprattutto costi e disagi? “Approfondiamo queste criticità per risolverle”, conclude Ferrari, tenendo conto che in questi ultimi 20 anni i 54 milioni tenuti fermi si sono svalutati perché costruire le strade ora costa il 40% in più”. Resta dunque l’urgenza di studiare soluzioni rapide per rendere più veloce il flusso di traffico tra Veronetta, lungadige San Giorgio e via Mameli. La realizzazione di una rotonda al posto dell’impianto semaforico di Porta San Giorgio, di cui la Cronaca di Verona ha dato notizia l’altro giorno perché approvata dalla Giunta per una spesa di oltre 1 milione di euro andrebbe in questa direzione. Ma resta ilò problema del traffico enorme di via Mameli, assai difficile da spostare se manca una strada a nord. Per questo Bozza ribadisce: “Traforo e filobus sono due opere complementari e, di più, interconnesse, una non può escludere l’altra, pena l’inefficienza di una o dell’altra. Se non si fa il traforo, ci troveremo un filobus che non risolverebbe il problema traffico e anzi sul piano della mobilità sequestrerebbe un’intera fetta della città da via Mameli in poi: si vuole imporre una Ztl a Ca’ di Cozzi?”.