Domani, giovedì 16 settembre, si svolgerà un Consiglio comunale straordinario per discutere la mozione, presentata dal movimento civico Traguardi, che chiede al Comune di Verona di fissare l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 55 per cento entro il 2030.
«Ringrazio i colleghi dei gruppi di minoranza che hanno condiviso la richiesta di convocare questa seduta straordinaria», commenta Tommaso Ferrari, consigliere comunale di Traguardi. «È importante affrontare la problematica ambientale partendo dal contributo che può dare l’Ente locale. Ridurre le emissioni di CO2 non è facoltativo, ma un obbligo per le future generazioni. Non solo per vivibilità ma anche perchė la sostenibilità è un driver per la crescita economica e l’attrattività di un territorio, perciò se Verona vuol essere competitiva sul piano nazionale e internazionale, deve puntare su politiche ambientali coraggiose».
In particolare, Traguardi preme affinché il Pums e il Paesc (Piano urbano della mobilità sostenibile e Piano di azione per l’energia sostenibile e il clima) vengano riformulati e resi più coerenti con gli obiettivi fissati dall’Unione Europea in tema di mitigazione delle emissioni inquinanti e di rafforzamento della capacità del territorio di adattarsi agli inevitabili cambiamenti climatici.
«Il Paesc non è ancora stato discusso e approvato dal Consiglio Comunale e deve già essere aggiornato, poiché si basa su un obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 al 40 per cento, che è ormai superato», spiega Ferrari. «Lo stesso vale per il Pums, che, fra l’altro, è incoerente con gli obiettivi di diminuzione di CO2 previsti dal Paesc: indica una riduzione di 49mila tonnellate l’anno, di tre volte inferiore rispetto alle 155mila tonnellate annue indicate dal Paesc».
È urgente, prosegue il consigliere, «mettere a sistema tutte le azioni, in programma o già in essere, per la mitigazione e l’adattamento, per esempio l’efficientamento energetico degli edifici comunali, e incentivare nuovi progetti pubblici e privati, come la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici. Altrimenti sarà impossibile anche solo pensare di accedere ai finanziamenti che arriveranno dall’Europa attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza».