Importante momento di confronto tra Regioni ed associazioni di categoria delle aziende di trasporto pubblico locale in Fiera. Sul tavolo i dati del sistema del tpl raccolti e analizzati grazie ad uno studio commissionato ad Isfort per collocare correttamente la Regione nel panorama nazionale, soprattutto alla luce delle recenti novità normative, come quelle del decreto Asset, che modificano i criteri di ripartizione del Fondo Nazionale Trasporti. Con la vicepresidente Elisa De Berti erano presenti il presidente della provincia di Verona, Flavio Pasini, e l’assessore alla Mobilità del Comune di Verona, Tommaso Ferrari. «Abbiamo fatto il punto insieme con Lombardia, Piemonte e Campania – ha detto De Berti – non solo sugli indici positivi del servizio offerto nella nostra Regione ma anche sui nuovi criteri di ripartizione del Fondo Nazionale Trasporti. Solo negli ultimi 11 anni la dotazione del Fondo per le Regioni a statuto ordinario è passata da 4,9 miliardi nel 2013 a 5,2 miliardi attuali, con un incremento, quindi, molto limitato e di gran lunga inferiore all’erosione inflattiva registrata». Dal convegno è emersa la necessità di aumentare le risorse del FNT o comunque di creare un sistema di indicizzazione per coprire il costo del servizio. Inoltre, è stata condivisa la necessità di arrivare ad una definizione dei Las entro il 2025 per poter procedere, dal prossimo anno, ad un riparto del fondo nazionale che tenga conto delle esigenze specifiche e della situazione in essere relativa a ciascun territorio. «Nei giorni scorsi – ha concluso – abbiamo raggiunto un accordo tra le Regioni con il Ministero per modificare la norma del Decreto Asset che auspichiamo domani venga ratificato dalla Conferenza Unificata per poi diventare finalmente legge». Dallo studio Isfort emerge che il Veneto presenta degli indicatori di performance tra i più elevati a livello nazionale. Un dato per tutti: il Veneto è la prima regione a livello nazionale con il rapporto più elevato tra ricavi e costo pubblico. Questo significa che oltre il 50 per cento del costo del tpl è coperto dagli incassi delle tariffe e degli abbonamenti. Ancora, con riferimento alla domanda e offerta di mobilità pubblica delle città capoluogo del Veneto, emerge la fortissima posizione di Venezia che, per effetto degli straordinari flussi turistici, è nettamente prima a livello nazionale per passeggeri trasportati pro-capite e seconda, dietro a Milano, per posti per chilometro offerti pro capite. La quota di autobus a basse emissioni è sempre più alta della media nazionale, con punte molto alte a Verona e Vicenza. Per quanto riguarda gli indicatori di mobilità individuale, i capoluoghi del Veneto evidenziano complessivamente buone performance: le reti per la ciclabilità rappresentano senza dubbio un grande punto di forza delle città venete; la densità di piste ciclabili è superiore alla media nazionale, con le punte di Padova (prima città in Italia in assoluto) e Treviso. Anche i tassi di motorizzazione auto sono quasi sempre superiori alla media, con punte, in particolare, a Rovigo. Lo studio a livello nazionale tratteggia degli scenari che dovranno tener conto, anche, dell’inverno demografico dei prossimi anni, Infine, è emerso che la quantità e natura delle risorse non è direttamente collegata alla performance dei servizi. «Spesso non è automatico che dove ci sono più soldi ci sia una maggiore efficienza» ha concluso De Berti.