“Una vera integrazione non soltanto offrendo cibo o un alloggio, ma grazie ad un integramento linguistico, culturale e sociale perché la soggettività di queste persone sia pienamente rispettata nella nostra città in questo caso, ma anche nel resto del Paese’’. Queste le parole usate dal vescovo Domenico in occasione della conferenza stampa di presentazione del Dossier Statistico Immigrazione realizzato dal Centro Studi e Ricerche IDOS promosso da Cestim, la più vasta e ragionata raccolta di dati ufficiali in grado di offrire una rappresentazione dei fenomeni migratori a livello internazionale, nazionale, regionale, alla quale hanno partecipato il sindaco Damiano Tommasi e gli assessori alla Salute e ai Servizi di Prossimità Elisa La Paglia, alle Politiche sociali Luisa Ceni e alle Relazioni col Territorio Italo e la consigliera comunale Alessia Rotta. La conferenza stampa è stata introdotta da don Giuseppe Mirandola che, con le sue parole, ha ribadito il ruolo della Chiesa di Verona nei confronti del fenomeno migratorio: “Come Chiesa di Verona abbiamo molta attenzione alla realtà del fenomeno migratorio e desideriamo renderci partecipi dell’integrazione. Nutriamo il desiderio di percorrere un cammino che porta in sé spesso delle fatiche, ma dalle quali è necessario e vitale cogliere anche le moltissime possibilità”. La parola è poi passata al presidente di Cestim Raffaello Zordan che ha detto: “Una quota dell’opinione pubblica ha una visione limitata del fenomeno migratorio e spesso prevale un giudizio superficiale o un sentimento di indifferenza. Noi qui oggi siamo di fronte ad un fatto rilevante per trovare una via, un percorso e delle soluzioni. Questo momento è importante per avere un quadro su cosa accade sul territorio e ci permette di comprendere quanto i migranti siano inclusi nella nostra società. Il nostro compito è quello di ricavare dai dati del dossier un’occasione di approfondimento di queste tematiche affinché una quota sempre maggiore di opinione pubblica sia in grado di distinguere tra la parola “immigrazione” e la parola “emergenza”. Laura Testa, pastora della Chiesa Evangelica Valdese di Verona, ha riportato un riferimento biblico per spiegare dal suo punto di vista quello che ruota attorno al termine “migrazione’’: “Non dobbiamo giudicare le cose stando al sentito dire, ma dobbiamo studiare e approfondire i fatti attraverso l’analisi dei dati partendo dalle fonti. Esiste anche un altro motivo per cui è necessario modificare la nostra visione nei confronti dell’altro, ovvero il bisogno di guardarlo come un nostro simile, avvicinarlo, comprenderlo e conoscerlo. Uno sponsor evangelico ed ecumenico che formulato in questo luogo significativo fa da cornice a questo messaggio”. Italo Sandrini, assessore del Comune di Verona, ha ribadito il concetto che oltre ai numeri e ai dati inseriti all’interno del dossier che Acli ha contribuito ad elaborare, si celano storie positive di moltissime persone che ce l’hanno fatta, vite di gente che si è inserita nella società. “L’altro non dev’essere una fonte di paura, ma una risorsa’’, ha concluso. Infine, Silvana Fanelli, Segreteria CGIL Veneto, ha concluso dicendo: “Il tema immigrazione non deve più essere affiancato al tema della sicurezza, è un lavoro culturale profondo da svolgere all’interno della società. Conoscere il fenomeno può portare ad un cambio di paradigma nell’affrontarlo. Il nostro obiettivo è quello di essere accoglienti collettivamente, non per una narrazione mediatica o per ragioni politiche, ma perché i movimenti sono insiti nel nostro tempo e nella nostra società, sempre più globalizzata”.
Francesca Brunelli
Nuovi veronesi e lotta per la cittadinanza
In riferimento ai dati Istat stimati di fine 2022, il Veneto continua a posizionarsi al quarto posto tra le regioni italiane per numero di residenti stranieri, con 494.079 unità: una sostanziale conferma del convalidato di fine 2021. Tra il 2020 e il 2021 si è invece registrata una diminuzione del 3,2%, con una proporzione più alta della media nazionale (-2,7%). Tornando alle stime di fine 2022, va evidenziato il numero di coloro che hanno acquisito cittadinanza italiana (14.036), rispetto ai quali il Veneto si trova al 3° posto in Italia. Tale dato costituisce uno dei fattori importanti di diminuzione dei residenti stranieri nelle province di più antica immigrazione. A fine 2022 i nati da genitori stranieri (6.340) rappresentano il 20% dei nati totali nell’anno, con un’incidenza sensibilmente superiore alla media nazionale (14,1%): il Veneto si colloca al 4° posto fra le regioni italiane in relazione a tale dato. Se diamo uno sguardo agli indicatori strutturali della popolazione, secondo Istat in vent’anni (2002-2022) il Veneto è passato da un indice di dipendenza strutturale, che misura il rapporto tra la popolazione in età non attiva e la popolazione in età attiva, pari al 46,6% ad un valore pari al 57,3%; l’indice di dipendenza strutturale degli anziani, che misura il rapporto tra la popolazione di 65 anni e oltre e la popolazione in età attiva (15-64 anni), è passato dal 26,8% al 37,5%; l’indice di vecchiaia, che misura il rapporto tra la popolazione di 65 anni e oltre e la popolazione di età 0-14 anni, dal 135,8% al 189,0%. Ancora una volta, dunque, va sottolineata la necessità che si strutturino condizioni (di ingresso regolare, di inserimento abitativo, lavorativo e socio-culturale) atte a trasformare la realtà di un segmento di popolazione più giovane come quella immigrata in risorsa per il territorio. Uno sguardo alla distribuzione provinciale secondo i dati convalidati a fine 2021 rileva tre livelli di presenza, con Verona e Padova che contano oltre 90 mila residenti stranieri, Treviso, Vicenza e Venezia tra 70 mila e 90 mila e Rovigo e Belluno tra i 10 mila e i 20 mila. (Fonte: Dossier Statistico Immigrazione).