La soluzione per rilanciare il derelitto sistema di raccolti di rifiuti del capoluogo scaligero si allontana di nuovo: i 20 Comuni del Lago che fanno parte di Ags Azienda Gardesana Servizi sotto il profilo della gestione delle acque, non vedono di buon occhio il piano concordato da Agsm, Comune di Verona e altri per fondere Serit e Amia in un’unica aziende e contemporaneamente unificare sotto un unico bacino di raccolta dei rifiuti il bacino di Verona Città e quello di Verona Nord. Con un documento unitario sottoscritto il 31 maggio scorso i comuni del Lago definiscono infatti tale piano come “un elemento di disturbo” rispetto al loro intento “già ribadito nella delibera di novembre 2020 di ottenere l’affidamento diretto della raccolta di rifiuti”.
In quest’altra ipotesi, dunque, il bacino di Verona Nord rimarrebbe con 38 Comuni rispetto ai 58 attuali. I motivi di questa presa di posizione sono chiari: nessuno vuole stare con il Comune di Verona che con una percentuale di raccolta differenziata al di sotto del 50% e la mancanza di impianti, rappresenta una vera e propria palla al piede per chiunque tranne che per il bacino di Verona Nord che condivide in parte i problemi del capoluogo.