“Volevo l’11, come numero di maglia. Ma quando, come sempre, ci fu l’asta per aggiudicare i numeri, avrei dovuto offrire troppi soldi. Allora presi il 21… Ma quell’anno era arrivato Bierhoff, che col 21 aveva vinto gli Europei con la Germania. Me la chiese e io, ero un ragazzo, gliela lasciai. Così presi il 31…Era anche il giorno del compleanno di mia moglie, le faccio un regalo, pensai…”. Non sapeva, Sergio Pellissier, che quella maglia sarebbe diventata una bandiera. Pellissier ha raccontato questo, e molto altro ancora, alla facoltà di Scienze Motorie, con gli studenti del corso di giornalismo, in uno degli incontri organizzati da “La Cronaca”.
Racconti e domande, pensieri in libertà, ripercorrendo il filo di una straordinaria carriera. “Perchè sempre Chievo? Perchè qui mi hanno voluto bene sempre e mi hanno permesso di essere me stesso. E’ vero, ho avuto la possibilità di andar via, c’era il Napoli che mi voleva e mi aveva proposto un contratto molto più alto di quello del Chievo. Però, a Napoli sarei stato uno dei tanti, ho preferito restare qui e scrivere un pezzo di storia del Chievo. I miei gol, i miei record restano scritti, da un’altra parte non sarebbe stato così. Volevo lasciare qualcosa di scritto ai miei figli, al Chievo è stato possibile farlo”. Racconta della Nazionale, una partita e un gol (“..e potevano essere due”), del consiglio di Lippi. “Se vuoi avere altre chances per la Nazionale, dovresti lasciare il Chievo. Lì è dura per un attaccante…”. “Ma io sapevo che non avrei mai lasciato il Chievo”. Ne è diventato una bandiera, in un calcio senza più bandiere. “Non è solo colpa dei giocatori” osserva. “Anche le società sono cambiate, hanno proprietà straniere, hanno altri obiettivi…”.
Gli chiedono di ricordare qualche gol. “Me li ricordo tutti, anche quell sbagliati…” ride. “I tre gol alla Juve, il rigore nel derby con l’Hellas, ma ricordo anche gli applausi dei tifosi del Verona all’uscita dello stadio. Segno di rispetto, di stima”. La stessa che non aveva quel giornalista piemontese che commentando il suo debutto con la maglia del Chievo, scrisse: “Pellissier, voto 5. Il Torino non ha perso niente cedendolo”. In realtà, nè lui, nè il Toro, avevano capito qualcosa.