, Dopo settimane di lockdown, la parola d’ordine ora è «riaprire», ma in modo graduale e prudente, perché una seconda ondata dei contagi è un rischio reale e sarebbe devastante. Sfidando il monito dell’Oms — «non è il momento di allentare le misure, l’Europa resta al centro della pandemia» —, alcuni Paesi hanno già deciso di allargare le maglie. Perché se il virus continua a fare paura, con i bollettini che ogni giorno registrano centinaia di nuove vittime e migliaia di contagi, a far paura è anche la paralisi dell’economia. E così si seguono i diagrammi e le curve sull’andamento della pandemia, si consultano i comitati scientifici, cercando di fissare una data per allentare la stretta .
A fare da apripista sono Repubblica Ceca, Austria, Danimarca e Norvegia. Ecco come si stanno muovendo.
In Repubblica Ceca da giovedì la gente ha ripreso a fare acquisti in negozi di ferramenta e biciclette, può andare a nuotare, giocare a tennis e fare attività fisica all’aperto senza mascherina, purché individualmente. Dopo Pasqua, si può pure espatriare, pur con l’obbligo di quarantena al rientro. Anche gli atleti potranno tornare ad allenarsi allo stadio Juliska di Praga per la prima volta dopo il lockdown e le restrizioni imposte gradualmente con la dichiarazione dello stato di emergenza il 12 marzo.
Dopo soltanto una settimana, il governo — fatto insolito in Europa — ha richiesto ai suoi 10,7 milioni di persone di coprirsi il volto con mascherine o foulard fuori casa. Gli sforzi fatti per rispettare queste tempestive limitazioni sono ripagati ora da un altrettanto precoce allentamento delle stesse.
L’Austria ha riaperto i negozi a scaglioni, a iniziare da dopo Pasqua: piccoli negozi come ferramenta e vivai; dal primo maggio gli esercizi c ommerciali più grandi e i parrucchieri. Per bar e ristoranti si ipotizza una ripresa a metà maggio, mentre gli eventi restano vietati fino a luglio. Il cancelliere Sebastian Kurz ha annunciato la «resurrezione» del Paese dopo Pasqua, ma nello stato che ospita la stazione sciistica tirolese di Ischgl, quella che ha infettato mezza Europa, la cautela è d’obbligo: le mascherine restano vincolanti nei supermercati e sui mezzi pubblici. Il governo deciderà a fine mese se estendere la chiusura delle scuole fino a metà maggio. La scorsa settimana Vienna ha testato 1500 persone nel Paese per cercare di capire quanto fosse diffuso il virus: meno dell’1% della popolazione fuori dagli ospedali è risultata infetta.
“Si torna a scuola”
In Danimarca ie i bambini sono tornati in classe oggi. Oslo a partire dalla settimana successiva. In questa prima fase di allentamento delle restrizioni, i dipendenti pubblici e privati continueranno invece a lavorare da casa: in entrambi i Paesi resta in vigore lo smart working. Anche i confini resteranno chiusi. In Danimarca, dopo le scuole è prevista la riapertura di parrucchieri e ristoranti mentre biblioteche, cinema, chiese, grandi magazzini rimarranno chiusi almeno fino al 10 maggio: fino a quella data resterà in vigore il divieto di assembramenti con più di 10 persone. Eventi e incontri pubblici sono vietati fino ad agosto. «Sarà come camminare su una corda, se stiamo fermi possiamo cadere, ma anche se avanziamo troppo in fretta — ha osservato la premier danese Mette Frederiksen — Quindi dobbiamo fare un cauto passo alla volta».
La Norvegia adotta una strategia simile a quella della Danimarca. Dal 20 aprile i bimbi tornano alle materne e cadrà il divieto imposto sulle «cabin» (le casupole nei boschi), luogo tradizionale sacro ai norvegesi che amano trascorrervi brevi vacanze nella natura. Entro il 27, tocca a parrucchieri e estetisti, purché rispettino le norme sanitarie. Subito dopo, il 27 aprile, riapriranno le prime classi delle elementari. e i doposcuola. «La nostra ambizione è far tornare tutti i nostri ragazzi a scuola prima dell’estate» ha dichiarato la premier Erna Solberg. Il 15 giugno il via libera anche a tutti i grandi eventi sportivi e culturali.