Un netto calo degli affari e un giudizio negativo sugli effetti delle nuove regole di accesso alla ZTL, così come sulla localizzazione dei Mercatini di Natale in via Pallone: questi, in estrema sintesi, i risultati del sondaggio condotto da Confcommercio Verona tra gli operatori del centro storico, al quale hanno risposto 129 imprenditori del commercio, turismo, servizi, artigianato, con prevalenza di microimprese (72%), ma anche aziende tra 6 e 15 dipendenti (23,6%) e con oltre 15 collaboratori (4,4%).
Settore merceologico predominante quella della moda (abbigliamento-calzature), con il 23,6%; a seguire pubblici esercizi, ossia bar e ristoranti (18,1%) e imprese artigiane (13,9%). Quindi, con una quota del 6,9% ciascuna, imprese dell’alimentare e gioiellerie; subito dopo alberghi e servizi (5,6% a testa) e via via tutte le altre categorie, dai fioristi all’immobiliare, dall’antiquariato al design, dall’extralberghiero ai souvenir, dall’ortofrutta alle librerie, all’arredamento. Il 91,7% delle imprese rispondenti, operano all’interno della ZTL.
Alla domanda su come siano andate le vendite nel periodo natalizio 2024, rispetto al 2023, l’83,3% ha risposto “peggio”, il 12,5% “uguale”, il 4,2% “meglio”; il 60% di chi ha visto ridursi gli affari quantifica il calo in una percentuale oltre il 20%; il 21,7% del campione tra il 15 e il 20%; il 18,3%, denuncia una flessione fino al 15%.
Al successivo quesito se, con le nuove regole di accesso alla ZTL, sia stato registrato un calo, a novembre-dicembre, rispetto agli stessi mesi del 2023, l’87,5% ha risposto affermativamente. Tra coloro che affermano di aver subito cali, il 69,4% stima una perdita di oltre il 20%, il 17,7% del campione tra il 15 e il 20% e il restante 12,9% sotto il 15%. Quanto ai problemi causati dalla nuova regolamentazione, vengono citati difficoltà logistiche per le consegne, maggiori costi di gestione, minor affluenza di clienti e riduzione di incassi.
Mercatini di Natale: il sondaggio di Confcommercio Verona chiedeva se, con il posizionamento in via Pallone, gli operatori avessero notato un calo di presenze nelle zone più centrali della città. Qui il riscontro è ancora più netto: il 93,1% ha avvertito una flessione spalmata lungo tutta la settimana, in particolare nelle giornate di martedì, mercoledì e giovedì. Il giudizio sulla nuove sede dei Mercatini è, nel complesso, estremamente negativo sia per la location di scarso appeal, sia per i disagi provocati al traffico veicolare.
Ma quali misure vengono ritenute necessarie per migliorare l’attrattività del centro? Il 54% sollecita una revisione degli orari di accesso alla ZTL, il 18,1% punterebbe sul facilitare la fruizione dei parcheggi limitrofi, il 13,9% chiede il potenziamento dei mezzi pubblici. Coloro che hanno risposto “altro” (il 13,9%), auspicano più eventi e più cura della città; altri caldeggiano la creazione dei parcheggi nelle zone limitrofe, insieme al potenziamento dei mezzi pubblici.
“L’esito del sondaggio è molto chiaro ed evidenzia una volta di più la necessità che le decisioni strategiche per la nostra città vengano concertate e non calate dall’alto”, sottolinea la presidente della Prima Circoscrizione di Confcommercio Verona, Francesca Toffali. “Per la Ztl avevamo chiesto di non procedere finché non ci fosse stato un piano organico sulla città, per i Mercatini é opportuno aprire un’ampia riflessione anche con il Comitato organizzatore, di cui peraltro facciamo parte”.
“Il netto calo di affari, i disagi alla viabilità, la minor attrattività della città sono testimoniati dalle risposte degli imprenditori del terziario di mercato e dagli artigiani che sono il sensore più affidabile del territorio, ora urge cambiare registro”, aggiunge il direttore generale di Confcommercio Verona Nicola Dal Dosso. “Chiediamo all’amministrazione comunale l’attivazione di un tavolo di confronto costante in modo da mettere mano alle tante criticità denunciate da chi opera nel centro città e nelle aree limitrofe: sono urgenti misure in grado di rilanciare e valorizzare il territorio e le sue imprese prima che Verona perda competitività”, conclude Dal Dosso.