La mensa è una conquista del lavoro importante perché consente a lavoratori e lavoratrici di fare una pausa pranzo dignitosa, con un pasto caldo e le gambe sotto a un tavolo. “Vederla ridotta ad una specie di “cestino” da set cinematografico ci addolora e ci fa arrabbiare” – dice Simone Mazza, Responsabile Sanità Fp Cgil Verona -. Eppure è quanto sta accadendo all’Aoui di Verona dove, dopo la chiusura della struttura presente al piano seminterrato del Geriatrico, la mensa ha riaperto nell’ex cappella, sempre al Geriatrico, servendo soltanto monoporzioni fredde e confezionate da riscaldare al microonde con pochissima scelta: un primo piatto sigillato; per secondo tipicamente affettati o insalata confezionata, vaschette di formaggio, budini, yogurt. Il tutto messo all’interno di una sacchetto di plastica senza vassoio e con a disposizione dei forni a microonde che a volte saltano in quanto il carico di energia complessivamente erogato sembra mal tollerato dell’impianto elettrico. “Come Funzione Pubblica Cgil Verona – aggiunge – abbiamo riportato alla direzione ospedaliera le segnalazioni di lavoratrici e lavoratori circa la scarsa quantità e qualità dei cibi serviti, che sovente vengono indicati come “alterati nei sapori”; le condizioni igieniche insufficienti del contesto in cui si svolge il servizio, in relazione alle quali abbiamo potuto constatare anche un inopportuno passaggio di letti con pazienti in prossimità della porta di ingresso della mensa; mancanza di descrizione dei cibi, con particolare riguardo a possibili intolleranze o allergie. Ci era stato detto – conclude – che si trattava di una soluzione temporanea e che il problema della chiusura della mensa al piano seminterrato sarebbe stato risolto rapidamente, ma i disagi si trascinano già da un mese in condizioni sempre meno accettabili. Ci conforta in parte sapere che, almeno per i pazienti, la qualità del servizio risulta quasi paragonabile a prima della chiusura della mensa, ad eccezione di una minore varietà di scelta. E’ tuttavia necessario ripristinare la qualità della mensa anche per i lavoratori e le lavoratrici, e confrontarci se dovessero persistere condizioni che impediscono alla direzione di mantenere l’impegno preso.